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'Ogni 100 italiani presenti nel Paese quasi 9 vivono all’estero'

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Roma, 4 lug. (Adnkronos/Labitalia) - “Per ogni cento italiani presenti nel nostro Paese, ce ne sono quasi nove che invece vivono all’estero. Secondo i numeri della Fondazione Migrantes, nel suo ultimo rapporto, sono oltre 5,6 milioni gli iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residen...

Roma, 4 lug. (Adnkronos/Labitalia) – “Per ogni cento italiani presenti nel nostro Paese, ce ne sono quasi nove che invece vivono all’estero. Secondo i numeri della Fondazione Migrantes, nel suo ultimo rapporto, sono oltre 5,6 milioni gli iscritti all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero), coloro, cioè, che hanno segnalato allo stato di essere emigrati altrove nel mondo”. Lo ricorda il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nella pubblicazione Inps, ‘Il fenomeno migratorio e gli effetti sulle pensioni pagate all’estero’.

"Le comunità italiane all’estero più numerose – prosegue – sono presenti soprattutto in Argentina (884.187), in Germania (801.082) e in Svizzera (639.508). Seguono, a distanza, le comunità residenti in Brasile (poco più di 500 mila), in Francia (circa 444 mila), Regno Unito (oltre 412 mila) e Stati Uniti (quasi 290 mila). In realtà, gli italiani nel tempo sono arrivati praticamente in ogni angolo abitato del pianeta".

“Valga per tutti – spiega – l’esempio di quello che è considerato l’insediamento umano più remoto del mondo, l’arcipelago Tristan da Cunha, nel mezzo dell’Oceano Atlantico, dove due degli otto cognomi presenti sono di origine genovese. La storia, infatti, racconta che nel 1892 vi approdarono due naufraghi, originari di Camogli, che decisero di rimanere sull'isola contribuendo all'ampliamento della comunità”.

“I principali flussi di italiani verso l’estero – ricorda – sono iniziati alla fine dell’Ottocento, soprattutto verso Germania, Francia e Svizzera ma anche verso Stati Uniti e Sud America. Successivamente, dopo la Grande Guerra, si sono succedute diverse ‘ondate’ migratorie, in particolare durante il fascismo e dopo il secondo conflitto mondiale. Dagli anni ‘70 in avanti il fenomeno è risultato in calo e soltanto agli inizi degli anni 2000 si è assistito a una nuova inversione di tendenza che prosegue anche nei giorni nostri, mostrando di non essere un fenomeno congiunturale”.