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Olanda, polizia diffonde il deepfake di un 13enne ucciso: "Aiutatemi a trovare i miei assassini"

Sedar Soares

La polizia di Rotterdam ha deciso di fare un esperimento per far luce su un omicidio avvenuto 20 anni fa, utilizzando la tecnologia deepfake.

La polizia di Rotterdam ha usato la tecnologia deepfake di un 13enne ucciso vent’anni fa, per cercare di far luce sul caso. Hanno cercato di “ridare vita” alla vittima per lanciare un appello.

Olanda, polizia diffonde il deepfake di un 13enne ucciso: “Aiutatemi a trovare i miei assassini”

La polizia di Rotterdam ha usato per la prima volta la tecnologia del deepfake per provare a fare luce su un omicidio avvenuto più di 20 anni fa. L’idea è quella di “ridare vita” alla vittima in modo da farle lanciare un appello ad aiutare nelle indagini. Sedar Soares è stato ucciso a soli 13 anni e le sue immagini sono state manipolate con l’aiuto dell’animazione computerizzata. Il deepfake è una tecnica di sintesi multimediale basata sull’intelligenza artificiale in grado di creare simulazioni ultra-realistiche di persone reali sostituendo un volto con un altro o una voce con un’altra. Il ragazzo, nel filmato, è in un campo da calcio e indossa una tuta da ginnastica. Chiede al colpevole del suo omicidio di costituirsi alla polizia. “Parlate. Parlate ora!” si sente nel video. Si vede anche Soares, che amava giocare a calcio, camminare verso una fila d’onore formata da familiari, amici e allenatori.

Uno scenario diverso nel caso del 13enne ucciso

La polizia ha annunciato che il giovane non è stato ucciso da un automobilista arrabbiato perché aveva lanciato una palla di neve contro la sua auto, come si era ipotizzato per tanti anni. Dopo la denuncia di un testimone alla polizia nel 2020, si è aperto un nuovo scenario. Il 13enne sarebbe stato colpito da un proiettile sparato durante una rapina avvenuta vicino alla stazione della metropolitana. Il giovane, come ritenuto dalla polizia, è stato “vittima della violenza della malavita per pura sfortuna“, per questo gli agenti cercano testimonianze che aiutino a risolvere il caso. Le forze dell’ordine hanno provato ad usare questa tecnologia per chiedere a chiunque avesse visto qualcosa di farsi avanti. Per il momento, la polizia di Rotterdan ha dichiarato di essere stata contattata da una decina di testimoni.