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Omertà a Campobello di Mazara: come Messina Denaro è riuscito a nascondersi a casa sua

Messina Denaro Matteo

La popolazione del Trapanese ha permesso al capomafia Matteo Messina Denaro di vivere una vita normale durante la sua latitanza: tra silenzio e omertà

Campobello: tra silenzio e omertà. Durante la sua latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro ha potuto contare sulla protezione – se così può dirsi – dei suoi concittadini. La Procura parla di un «reticolo di connivenza» e di «complicità in diversi luoghi e svariati ambiti professionali».

Diversi livelli di omertà da parte dei concittadini

Compiacenza. Paura. Complicità. A seguito dell’arresto di Alfonso Tumbarello, il medico che ha curato il capomafia nei suoi ultimi anni di latitanza, gli inquirenti hanno dichiarato che gli ultimi fedelissimi del boss stavano nel Trapanese. Proprio a casa sua. E infatti, riguardo tutti coloro che hanno coperto Messina Denaro, la Procura ha concluso: «Hanno permesso al pericoloso stragista ricercato in tutto il mondo di affrontare almeno negli ultimi due anni cure mediche e delicatissimi interventi chirurgici in totale libertà, godendo della disponibilità di somme di denaro, macchine, appartamenti, addirittura relazioni sentimentali».

Per le vie di Campobello di Mazara

Matteo Messina Denaro viveva la sua Campobello – «sua» letteralmente – come una persona qualunque: passeggiava per le strade, frequentava bar e ristoranti. Il tutto, senza paura di essere riconosciuto dalle forze dell’ordine. Complice il fatto che, data la sua latitanza trentennale, non esistesse di fatto un suo identikit verosimile. Sul «reticolo di connivenza» di cui parlano gli inquirenti, proseguono le indagini: si cercano informazioni riguardo gli ultimi rapporti che il boss aveva con gli altri uomini di Cosa Nostra e i professionisti della zona.