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Omicidio all'Italiana: riflessione sul film

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Omicidio all'Italiana è il film di Maccio Capatonda, una trama che suscita ilarità ma fa anche riflettere sulla morbosa curiosità degli italiani per i fatti di sangue. Omicidio all'Italiana è il film uscito nelle sale cinematografiche italiane nei primi giorni di marzo, per la regia di Maccio C...

Omicidio all’Italiana è il film di Maccio Capatonda, una trama che suscita ilarità ma fa anche riflettere sulla morbosa curiosità degli italiani per i fatti di sangue.

Omicidio all’Italiana è il film uscito nelle sale cinematografiche italiane nei primi giorni di marzo, per la regia di Maccio Capatonda, che interpreta anche il ruolo dell’istrionico sindaco della fantomatica città di Acitrullo dove avverrà il fatto di sangue che farà discutere tutta Italia. Un film che scorre piacevole, adatto per una serata senza impegni nella quale si ha voglia di ridere, riflettendo.

Grottesco, surreale e a tratti anche anarchico, Omicidio all’Italiana è stato giudicato da una parte della critica alla stregua di una pellicola Dadaista, la cui comicità in realtà cela un messaggio subliminale diretto a quella parte copiosa del nostro paese che si ciba, in modo ridondante, dei fatti di cronaca nera. In un’ora e mezza di film, si fa beffa di quell’Italia che segue rotocalchi e talk show che spesso assurgono al ruolo di veri e propri ‘quarto grado’ di giudizio degli omicidi più efferati che hanno riempito le cronache dei giornali. Il convitato di pietra di questo film è senza dubbio la tv del dolore, che asseconda questa sorta di voyeurismo trash dilagante.
‘Perchè noi non possiamo essere come Cogne ?’ si chiede il sindaco di Acitrullo che già anela a fare incetta di turisti sfruttando l’eco mediatica del fatto di sangue che fa catapultare le troupe televisive di mezzo mondo e rende Acitrullo, anche se per poche settimane, capitale italiana del terrore. La morte accidentale di una contessa può davvero diventare il pretesto per generare notorietà e turismo ? Capatonda prende di mira, in modo inequivocabile, le nefandenze della cronaca nera: dai plastici che si vedono in alcuni rotocalchi al famoso circo equestre (per dirla alla Montalbano) che sfocia in televoti e sentenze televisive.
Non meno inquietante è il lavoro morboso dell’orda di giornalisti in cerca di indizi e di sospettati per non tacere di ‘Chi l’acciso?‘ la trasmissione tipo che macina introiti pubblicitari facendo leva sulla morbosa curiosità dei telespettatori.