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Omicidio Fortuna Loffredo: confermato ergastolo per Caputo

Fortuna Loffredo

Confermato l'ergastolo per Raimondo Caputo, condannato per le violenze e l'omicidio di Fortuna Loffredo, la piccola uccisa al Parco Verde di Caivano.

I giudici della Corte d’Appello non hanno creduto alla tesi del complotto portata in aula dai difensori di Raimondo Caputo. Confermato infatti per l’uomo il fine pena mai per le violenze e l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni gettata dalla terrazza di un palazzo del Parco Verde di Caivano. Condannata a 10 anni l’ ex compagna di Raimondo Caputo, Marianna Fabozzi, indagata anche per l’omicidio del figlio Antonio.

Le condanne

Confermato l’ergastolo per Raimondo Caputo. L’uomo è stato condannato per aver violentato e ucciso Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni scaraventata il 24 giugno del 2014 dal terrazzo dell’ottavo piano del palazzo dove abitava, nel Parco Verde di Caivano, periferia a Nord di Napoli. Caputo, detto “Titò”, è accusato anche di aver abusato delle tre figlie della ex compagna Marianna Fabozzi. Anche per lei confermata, in Corte d’Appello, la pena a dieci anni di reclusione, che attualmente sta scontando ai domiciliari con il divieto di frequentare minorenni.

Marianna Fabozzi, infatti, è stata condannata per favoreggiamento, perché non avrebbe impedito gli abusi sessuali di Raimondo Caputo ai danni di Fortuna e sulle sue figlie, testimoni chiave del processo. Fabozzi inoltre, è indagata anche per l’omicidio del figlio Antonio, quattro anni. Nel 2013, un anno prima dell’assassino di Fortuna Loffredo, il piccolo è precipitato da una finestra dell’abitazione dei nonni materni, sempre nelle palazzine del Parco Verde di Caivano.

In base alle ricostruzioni degli inquirenti, Fortuna Loffredo è stata uccisa perché si stava ribellando a Raimondo Caputo. La bambina ha subito violenze sessuali per almeno un anno, tanto che il ginecologo Giuseppe Saggese che ha testimoniato al processo di primo grado ha ammesso di essere rimasto scioccato dallo “scempio” che era stato compiuto ai danni di Fortuna.

Il complotto

La Corte d’Appello non si è lasciata convincere dalla tesi della difesa di Raimondo Caputo. L’avvocato Paolino Bonavita ha ribadito in aula, infatti, che il suo assistito “è innocente” e che sarebbe stato scelto come capro espiatorio per tutelare una rete di pedofili messa in piede al Parco Verde di Caivano. I giudici non hanno creduto al complotto, ma è innegabile che in quelle palazzine accade qualcosa di strano. Tanti infatti gli episodi di violenze e abusi ai danni di minori riportati dalla cronaca nazionale e locale con al centro il Parco Verde.

L’ultimo in ordine di tempo racconta di un 28enne arrestato nel maggio 2018 con l’accusa di violenza sessuale ai danni della nipote 15enne, abusi iniziati almeno un anno prima. Ma nel novembre 2016 era stata aperta un’altra inchiesta: zio e nonno infatti erano finiti nel mirino degli inquirenti per abusi su una bambina di 4 anni. Nel giugno 2017, invece, un 40enne residente nel Parco Verde di Caivano ha tentato di rapire un bambino di 6 anni.

Ecco perché don Maurizio Patricello commenta, come riporta Il Fatto Quotidiano: “Fortuna Loffredo ha subìto uno scempio immenso, è stata vittima di tanta cattiveria umana. Il tentativo da parte di qualcuno di concentrate la pedofilia nei quartieri poveri, è un’assurdità che dobbiamo smantellare”. “Sono problemi su cui dovremmo riflettete di più e non solo quando c’è il caso eclatante. – sottolinea – Poi, dopo, tutti facciamo finta di non sapere e di non vedere”.