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Omicidio Giulio Regeni, il premier egiziano: 'Siamo ansiosi di risolvere il caso'

omicidio giulio regeni

Omicidio Giulio Regeni, il premier dell'Egitto Fattah Al Sisi ha dichiarato che risolvere il caso è una delle priorità assolute del suo Paese.

Ancora oggi è irrisolto l’omicidio di Giulio Regeni, ma è interesse di tutti, in particolare dello stesso Egitto, che i colpevoli vengano arrestati. A dire questo è proprio il premier egiziano, Fattah Al Sisi, che dichiara collaborazione totale con le autorità italiane. L’omicidio ha fermato gli investimenti dell’Italia in Egitto. Giulio Regeni, 28 anni al momento dei fatti, dottorando presso l’Università di Cambridge, è stato rapito e ucciso nel 2016 presso Il Cairo.

Omicidio Giulio Regeni

Il premier Fattah Al Sisi ha dichiarato durante un canferenza stampa a Sharm el Sheikh, sull’omicidio Giulio Regeni: “Desideriamo scoprire i colpevoli di questo caso e stiamo agendo in maniera molto trasparente, su questo caso, con le autorità italiane e i procuratori italiani. Noi speriamo di poter avere una risposta appena possibile”. Con queste parole Fattah Al Sisi annuncia quindi piena collaborazione con gli investigatori italiani. Il caso, ad oggi, non è ancora stato risolto, ed ha creato diverse discussioni in questi due anni di nulla.

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Egitto e Italia

Non c’è però solo il dovere morale per risolvere questo cosa. L’omicidio Giulio Regeni ha infatti danneggiato l’Egitto. Il premier Fattah Al Sisi ha infatti affermato e sottolineato che gli investimenti italiani nel suo Paese hanno subito una frenata da quando è successo il fattaccio. Il leader egiziano ritiene che ci sia stato un tentativo, durante la visita di uomini d’affari e investitori italiani che erano pronti a compiere investimenti, di distruggere quell’iniziativa imprenditoriale. L’omicidio Giulio Regeni ha posto fine a quell’iniziativa, e l’Egitto ne è stato gravemente danneggiato. Per questo motivo Fattah Al Sisi è ansioso di risolvere il caso.

Il premier Al Sisi ha poi sottolineato e ricordato che le relazioni economiche, culturali e umane fra l’Egitto, il suo governo e gli italiani sono fra le migliori e sono state fortemente colpite da questa vicenda. E per dimostrare le relazioni uniche con il Bel Paese, Al Sisi ha detto che “non potremo mai dimenticare che l’Italia ha appoggiato l’Egitto nella rivoluzione di giugno. Il primo invito a visitare un Paese europeo fu avanzato dal premier Renzi”.

Regeni morte

Giulio Regeni è nato a Trieste il 15 gennaio del 1988, ed è cresciuto in provincia di Udine. Dottorando presso l’Università di Cambridge, è stato rapito il 25 gennaio 2016 al Il Cairo. La sua fidanzata, in quel momento in Ucraina, è stata l’ultima persona ad avere sue notizie. È stata la ragazza a denunciare su Facebook la scomparsa di Giulio Regeni. Tre giorni dopo, sempre a Il Cairo, è stato rinvenuto il cadavere del ragazzo italiano.

Il corpo recuperato mostrava segni che, inequivocabilmente, indirizzavano verso una brutale tortura: contusioni e abrasioni su tutto corpo, come quelle tipicamente causate da un grave pestaggio, lividi estesi compatibili con lesioni da calci, pugni ed aggressione con un bastone. Si contarono più di due dozzine di fratture ossee, tra cui sette costole rotte, tutte le dita di mani e piedi, così come gambe, braccia e scapole, cinque denti rotti rilevati. Sono state anche registrate coltellate multiple sul corpo. Le ferite sono state probabilmente inflitte con un rompighiaccio o uno strumento simile ad un punteruolo. Vi erano inoltre numerosi tagli, su tutto il corpo, causati da uno strumento tagliente come un rasoio. Numerose ed estese anche le bruciature da sigaretta. A provocare la morte sarebbe stato però un violento colpo al collo.