> > Omicidio Laura Ziliani, condannati all'ergastolo le due figlie e il complice

Omicidio Laura Ziliani, condannati all'ergastolo le due figlie e il complice

Il "trio criminale" aveva confessato l'assassinio quando si trovavano già in carcere

Il "trio criminale" aveva confessato l'assassinio quando si trovavano già in carcere

Silivia Zani e Paola Zani, rispettivamente di 29 e 21 anni, sono state condannate, dalla Corte d’Assise di Brescia, all’ergastolo per l’omicidio della madre, Laura Ziliani. Condannato all’ergastolo anche Mirko Milani, compagno di Silvia ma amante anche della sorella Paola.

Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù, è stata uccisa nella notte del 7 maggio del 2021. Il suo corpo è stato trovato ai lati di un fiume da uno sconosciuto lo scorso 8 agosto, dopo anche i numerosi appelli televisivi delle figlie.

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Il “trio criminale”

Il “trio criminale“, così soprannominato, aveva confessato l’assassinio della donna dopo un anno dall’omicidio, quando tutti e tre si trovavano già in carcere. Il primo a parlare è stato Mirko, che si è confidato in un primo momento con il compagno di cella: “Le abbiamo dato i farmaci, poi le abbiamo messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiamo stretto le mani al collo“. I tre avevano già tentato di uccidere la donna: il 16 aprile dello stesso anno, le avevano somministrato una tisana con forti tranquillanti che fecero dormire la donna per più di 48 ore.

La difesa delle figlie

Quando ho ucciso mia madre ero convinta che lei volesse avvelenarci. Ci avrei messo la mano sul fuoco“, le parole di Silvia Zani davanti ai giudici della Corte d’Assise. “Con mia madre ho sempre avuto un buon rapporto, trascorrevamo parecchio tempo insieme. Ma eravamo convinti che volesse ucciderci. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse ucciderci, forse perché ero una rompiscatole o perché volevo gestire gli immobili che abbiamo rìereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso“, ha continuato la figlia.

Il movente, anche se gli imputati non lo hanno mai confessato, è che i tre volevano mettere mano sul partimonio immobiliare della donna.

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