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Omicidio Niccolò Ciatti, Rassoul Bissoultanov: "Mi giudichino in Spagna"

Niccolò Ciatti

Rassoul Bissoultanov, accusato dalla giustizia italiana per l'omicidio di Niccolò Ciatti, ha chiesto di essere giudicato in Spagna.

Rassoul Bissoultanov, accusato dalla giustizia italiana per l’omicidio di Niccolò Ciatti, ha chiesto di essere giudicato in Spagna. L’uomo, sostenuto dal suo avvocato Carles Monguilod, ha dichiarato di non essere un assassino. 

Omicidio Niccolò Ciatti, Rassoul Bissoultanov: “Voglio essere giudicato in Spagna”

Rassoul Bissoultanov, il ceceno accusato dalla giustizia italiana dell’omicidio di Niccolò Ciatti, ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa spagnola. “Non sono un assassino, la morte del ragazzo è stata un incidente” ha dichiarato l’uomo. “Io non fuggo dalla giustizia, però voglio essere giudicato qui in Spagna, perché non mi fido della giustizia italiana. In Italia mi hanno trattato male e mi hanno fatto firmare documenti senza un avvocato o un interprete” ha aggiunto. Carles Monguilod, legale spagnolo di Bissoultanov, ha spiegato che il suo assistito nel nostro Paese non avrebbe garanzia di difesa. “In Italia per una legge di Mussolini ancora vigente è possibile arrivare a condannare una persona all’ergastolo senza che sia presente al processo” ha spiegato. 

La vicenda giudiziaria e la reazione del legale della famiglia Ciatti

Ci sono due processi per l’omicidio di Niccolò Ciatti. Uno in Italia, dove Bissoultanov rischia l’ergastolo, e uno in Spagna, dove la pena è più bassa. Quest’ultimo inizierà il 30 maggio. Il 17 marzo la Corte d’Assise di Roma dovrà pronunciarsi sull’eccezione di competenza territoriale presentata dai difensori dell’uomo. “La sua è sicuramente una strategia difensiva, punta non dico all’impunità ma all’immunità” ha dichiarato Agnese Usai, avvocato della famiglia Ciatti, commentando la decisione di Bissoultanov di rientrare in Spagna e chiedere di essere processato lì. 

La decisione su Bissoultanov

Se i giudici decideranno che la giurisdizione è italiana, il processo che si sta celebrando a Roma continuerà, ma quello in Spagna finirà sicuramente prima. “La nostra generale dice che quando c’è un conflitto di giurisdizione e i due Paesi non si mettono d’accordo vince chi finisce prima” ha spiegato l’avvocato Usai. Se la Corte d’Assise riconoscerà la giurisdizione spagnola, il processo in Italia verrà fermato. A quel punto l’uomo potrebbe scegliere di sottrarsi anche al processo in Spagnadove non si processa chi non è presente“. “La sua è sicuramente una strategia dettata dalla difesa, e in tutto questo le vere vittime sono i genitori di Niccolò che hanno perso un figlio in quel modo” ha dichiarato il legale.