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Omicidio Pordenone news, avvocato Ruotolo: 'Non colpevole'

Omicidio Pordenone News

Omicidio Pordenone news, si arricchisce di un nuovo capitolo il Processo contro Giosuè Ruotolo. Si tratta dell'unico imputato per il duplice omicidio dei fidanzati Trifone Ragone  e Teresa Costanza. La giovane coppia fu brutalmente uccisa la sera del 17 marzo 2015; colpi di pistola per entrambi, ...

Omicidio Pordenone news, si arricchisce di un nuovo capitolo il Processo contro Giosuè Ruotolo. Si tratta dell’unico imputato per il duplice omicidio dei fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza. La giovane coppia fu brutalmente uccisa la sera del 17 marzo 2015; colpi di pistola per entrambi, all’internno del palazzetto dello sport di Pordenone. Così ha concluso oggi l’arringa l’avvocato Giuseppe Esposito. “Vi chiedo di tutelare il diritto alla libertà di Ruotolo che è in carcere da innocente dal 7 marzo 2016 e di pronunciare una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto“. Ricordiamo che Giuseppe Esposito è uno dei legali della difesa di Giosuè Ruotolo.

Omicidio Pordenone news: focus sul Processo

Un giorno e mezzo di arringa. Questa la strategia utilizzata dal legale per porre in evidenza, a suo parere “gli enormi profili di inattendibilità e falsità” delle testimonianze dei coinquilini. Gli stessi che, stando a quanto enunciato in arringa sarebbero “smentiti dai dati oggettivi“. Nel corso della strenua difesa del suo assistito Giuseppe Esposito ha altresì sottolineato l’assenza di prove certe. “Mancano le tracce di Teresa e Trifone sull’auto e i vestiti di Ruotolo, sulle sue cose personali, mancano i testimoni oculari, manca un legame tra la pistola e Ruotolo. Manca un movente”.

L’avvocato Esposito, che difende l’indagato congiuntamente al collega Roberto Rigoni Stern, ieri ha preso parola. Difendendo il suo assistito, ha ribattuto la sua presunta innocenza. La pubblica accusa ha difatti chiesto, per l’imputato la condanna alla pena massima dell’ergastolo; ma i difensori parlano ancora di ingiusta detenzione, cercando di mostrare, da una nuova prospettiva l’immagine di Ruotolo.

Durante l’arringa non è mancato un momento dedicato ai giudici della Corte d’Assise. Una premessa “dovuta”, proprio da parte dell’avvocato Esposito: “Voi avete il compito più ingrato, quello di dare giustizia”. Ma il difensore dell’imputato non si è limitato alle dichiarazioni già analizzate. Scendendo nel dettaglio dei dati raccolti a carico di Ruotolo, ha definito il tutto ” un mero processo indiziario”. Un processo “in cui sono tante le cose da approfondire, ci sono da separare i dati oggettivi dalle suggestioni e dalle ricostruzioni immaginifiche, la prova scientifica dall’empirismo, il vero dal falso”. Il prossimo appuntamento col processo Ruotolo è previsto per il 6 novembre prossimo, con la replica delle parti cui seguirà poi la sentenza.

Gelosia e omosessualità: le accuse del pm a Ruotolo

Per la pubblica accusa il movente sarebbe parso chiaro sin dal principio. Alla base dell’omicidio non vi sarebbe stato solo il timore, da parte dell’imputato di essere denunciato da Ragone. Un’accusa forte, perentoria, dichiarata senza mezzi termini in aula. Un movente che sarebbe assolutamente bastato a Giosuè Ruotolo, la sera di quell’infelice 17 marzo 2015 per porre fine, a sangue freddo alla giovane vita del commilitone Trifone Ragone e della sua fidanzata, Teresa Costanza. Durante il processo si è spesso parlato di un odio covato per mesi; oltre che di un duplice omicidio i cui dettagli sarebbero stati architettati con dovizia e a lungo. Queste le considerazioni del pm.

Considerazioni non di poco conto, se si considera che l’imputato temesse di poter perdere il suo posto di lavoro nella Guardia di Finanza. Un punto di non ritorno, quello avviato da Ruotolo nei confronti della fidanzata di Trifone, molestata via chat attraverso il profilo Facebook ‘Anonimo Anonimo’. Secondo il pm Ruotolo temeva una denuncia da parte proprio di Trifone, che avrebbe rovinato irrimediabilmente la sua carriera militare, minando in primis la credibilità nei confronti dei propri colleghi. Si trattò all’epoca dei fatti di messaggi davvero offensivi nei confronti di Teresa Costanza; gli stessi minarono la stabilità di coppia dei due fidanzati e partirono, secondo l’accusa dalla presunta gelosia eccessiva di Ruotolo nei confronti di Trifone.

I messaggi a Teresa, anticamera dell’omicidio

Se si analizzano, in questo processo i messaggi partiti da Ruotolo, che si spacciò tramite falso profilo per una presunta ex fidanzata di Trifone emerge da subito la natura degli stessi. Per il pm non vi è alcun dubbio: impossibile equivocare l’astio e l’avversione per Trifone ma anche e soprattutto la gelosia verso Teresa Costanza. Una gelosia ingestibile di un uomo come Ruotolo, innamoratosi, consapevolmente o meno che fosse, del collega Trifone, innegabilmente un bel ragazzo.

Emerge così, proprio durante il processo un nuovo aspetto dell’omicidio di Pordenone. E che vede come protagonista proprio Ruotolo e la sua persunta attrazione omossessuale nei confronti della vittima Trifone. Un aspetto, evidenziato dal pm mai emerso, comunque dalle carte dell’inchiesta. E che, privo di riscontro oggettivo resta al momento un’ipotesi. Non resta dunque che attendere il 6 novembre per stabilire le eventuali responsabilità dell’imputato Ruotolo e il grado di colpevolezza dello stesso. Ci si attende, dopo due anni giustizia per due giovani così prematuramente sottratti alla vita e chissà se si giungerà infine all’epilogo.