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Omicidio Senago: avvocati Milano, 'basta processi mediatici'

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Milano, 8 giu. (Adnkronos) - "Da anni denunciamo le degenerazioni del processo mediatico, l’arretramento della cultura delle garanzie che consegue alla spettacolarizzazione delle indagini e i pericoli legati alla ricerca del consenso da parte di chi le conduce o dirige. La presenza in pri...

Milano, 8 giu. (Adnkronos) – "Da anni denunciamo le degenerazioni del processo mediatico, l’arretramento della cultura delle garanzie che consegue alla spettacolarizzazione delle indagini e i pericoli legati alla ricerca del consenso da parte di chi le conduce o dirige. La presenza in prima serata a trasmissioni televisive da parte di chi ha un ruolo diretto nelle indagini, quando le stesse sono ancora in corso, con apprezzamenti perentori su responsabilità e qualità personali dell’indagato è una rappresentazione plastica di quel fenomeno".

E' quanto si legge nel comunicato stampa firmato dal consiglio direttivo della Camera penale di Milano in merito all'omicidio di Giulia Tramontana, uccisa dal compagna Alessandro Impagnatiello, reo confesso. Nella nota si contesta anche la scelta di fare la conferenza stampa in procura, a poche ore dal provvedimento di fermo. Per gli avvocati "l'emozione che la morte violenta di una persona comporta, la volontà di rassicurare l’opinione pubblica sulla capacità di risposta del sistema giudiziario", non giustificano lo scostamento dai principi "posti a tutela non solo del presunto innocente, ma anche degli altri soggetti coinvolti dall’indagine".

"Ci siamo chiesti quale necessità vi fosse di soffermarsi su particolari e circostanze, anche di dettaglio, ancora oggetto di approfondimento. Ci siamo domandati come si giustificassero, dopo soli pochi giorni e in assenza di qualsiasi contraddittorio e vaglio giudiziale, affermazioni tanto perentorie su aspetti decisivi rispetto alla responsabilità dell’indagato (come, ad esempio, sul tema della premeditazione, poi esclusa dal gip)" prosegue la nota. Se occorre un impegno su un percorso condiviso – giornalisti, magistrati e avvocati – sulla narrazione della cronaca, "saremo altrettanto determinati nel denunciare e contrastare ogni tentativo di riproporre processi mediatici in spregio alle regole, ora anche contenute in un testo normativo, poste a tutela del principio di non colpevolezza".