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Omicidio Vanin: massacrò a coltellate l'ex, fuori tra un anno per buona condotta

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Roberta Vanin nel 2010 perse la vita accoltellata dall'ex fidanzato Andrea Donaglio. 63 coltellate hanno martoriato il suo corpo.

Omicidio Vanin

Il professore di chimica Andrea Donaglio ha ucciso a coltellate l’ex fidanzata Roberta Vanin. La tragedia risale al 6 luglio 2010 ma ancora oggi a Spinea la gente si ricorda del massacro. La donna telefona ai genitori di lui chiedendo aiuto perchè Andrea era all’interno del negozio e non era in se. Nei giorni precedenti le amiche della vittima le avevano consigliato di denunciarlo ma lei non ci riusciva perchè gli voleva ancora bene. Tutto si risolse in cinque minuti all’ora di pranzo nell’erboristeria della donna in pieno centro. Solo 16 anni di carcere all’assassino e forse a breve sarà fuori per buona condotta.

Cause del gesto

Il raptus omicida scattò perché l’uomo non accettava l’idea che la fidanzata Roberta lo avesse lasciato. Sapendo che la donna aveva trovato un altro uomo quel giorno di luglio non riuscì a trattenersi. Arrivò al negozio, prese il coltello che si usava per tagliare il pane e sferrò 50 coltellate al collo, alla schiena e all’addome di Roberta. 63 coltellate in tutto sul corpo dell’ex fidanzata lasciandola in un lago di sangue. Usò due coltelli visto che il primo si ruppe per la foga e con il secondo nello sgabuzzino si inflisse parecchie coltellate. Si lesionò il fegato ma il cuore continuò a battere. Tornò nel negozio si sdraiò vicino alla donna per morire lì con lei ma questo non accadde. Quando il padre di Andrea arrivò trafelato in negozio trovò i due ragazzi in una pozza di sangue. Roberta con gli occhi sbarrati ed il figlio ancora vivo. Chiamò lui i carabinieri ed i soccorsi per aiutare i due moribondi.

Processo e condanna

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Nell’interrogatorio del giorno dopo Andrea dichiarò agli inquirenti che non accettava il suo abbandono e per questo l’aveva uccisa. Non poteva stare senza di lei e non poteva pensarla nelle braccia di un altro uomo. La mamma di Andrea distrutta dal dolore non solo per il figlio che dovrà scontare la pena ma anche per la famiglia della ragazza distrutta dall’accaduto. La procura di Venezia chiese 30 anni di reclusione per Donaglio. Purtroppo però l’omicida se la cavò con meno anni. Condannato a 16 anni in primo grado e poi in appello, tra un anno potrebbe parzialmente uscire dal carcere. Ora si trova dietro alle sbarre al Due Palazzi di Padova ma se potrà godere dei benefici di buona condotta tra un anno potrebbe avere la semi-libertà.

La mamma di Roberta e la sentenza

La mamma della ragazza è disgustata della sentenza che vede cosi poca pena inflitta all’assassino di sua figlia. La cartella del processo lei non riesce nemmeno ad aprirla tanto è forte il dolore che prova. Non riuscirebbe a sopportare la vista del corpo della figlia martoriato da 63 coltellate. Più il tempo passa e più è difficile accettare tutto quello che è successo. Tante le richieste di aiuto da parte della figlia ma mai lei ha voluto denunciare il ragazzo. Era pressante, a volte violento ma il troppo bene che Roberta gli voleva l’hanno purtroppo condotta alla morte. La famiglia di Roberta dopo l’omicidio della figlia ha parlato con i genitori di Andrea perchè alla fine loro non sono colpevoli per il figlio. Il fatto è uno la mamma di Andrea anche attraverso le sbarre di una cella può continuare a parlare con il figlio, mentre la mamma di Roberta vive solo di ricordi e di foto. Le notti le passa in bianco piangendo, nessuno mai le riporterà indietro la figlia.