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Omicidio Vannini: condannata la famiglia della fidanzata

Vannini

La prima Corte d'Assise ha condannato per 14 anni per l'omicidio di Marco Vannini il padre della fidanzata, per tre anni la moglie e i due figli.

La prima Corte d’Assise ha condannato per 14 anni per l’omicidio di Marco Vannini il padre della fidanzata, per tre anni la moglie e i due figli. Solo una l’assoluzione. Secondo Marina, la madre di Marco Vannini, “l’hanno ammazzato due volte”.

Il processo

La condanna della prima Corte d’Assise è di 14 anni per omicidio volontario a Antonio Ciontoli, padre della fidanzata di Vannini. Le condanne più lievi, di tre anni, sono invece per la moglie di Ciontoli, Maria Pezzillo e per i due figli della coppia, Martina e Federico. È stata invece completamente assolta la fidanzata di Federico Ciontoli, anche lei indagata. Tali condanne di tre anni sono per omicidio colposo.

L’omicidio

Marco Vannini era stato ucciso l’ormai lontano 17 maggio 2015, a Ladispoli (Roma). Dopo essere stato ferito da un colpo di pistola nella casa della fidanzata, era morto dopo ore di agonia per choc emorragico.

Numerose erano state fin dal principio le perplessità, soprattutto dei famigliari della vittima, che si dissero fortemente sospettosi della versione fornita all’epoca da Ciontoli. Secondo quest’ultimo, infatti, nessuno in quella casa si sarebbe veramente accorto di cosa stesse succedendo; probabilmente, avevano detto i genitori di Marco, lo scopo era quello di rendere estraneo il resto della famiglia all’intera vicenda.

La rabbia della madre

Evidenti lo sdegno e la rabbia della madre di Marco Vannini a seguito della sentenza della Corte d’Assise. “Questa decisione è vergognosa”, afferma la donna, che si dice a questo punto incapace di credere alla giustizia. Secondo la donna, è inconcepibile che sia stato condannato soltanto Antonio Ciontoli, e che anche quest’ultimo abbia ricevuto una condanna di soli 14 anni. Ricordiamo infatti che la condanna proposta dalla procura ammontava a 21 anni.

400 mila euro sono stati disposti dai giudici della corte d’Assise come corresponsione anticipata di denaro a vantaggio dei genitori di Marco Vannini, dopo l’omicidio consumato a casa della fidanzata il 17 maggio 2015 dal padre della giovane. Le proteste della madre di Marco, Marina, non si sono fermate a semplici osservazioni di disaccordo e disapprovazione: insiste infatti a voler contestare la decisione dei giudici, sia per la condanna di omicidio volontario imputata al solo Antonio Ciontoli, sia per la durata della pena -14 anni di carcere, anziché 21, come richiesti invece dalla Procura-.

La donna minaccia addirittura di riconsegnare la scheda elettorale, perché indignata dal funzionamento del sistema penale italiano e, pertanto, disgustata all’idea di essere cittadina italiana. Al contrario di suo figlio, continua, ucciso a vent’anni, i suoi assassini sono invece liberi. Sottolinea ancora la sua indignazione di fronte alla pena ridotta di sette anni rispetto a quanto richiesto dalla procura.

Appellandosi poi a tutte le persone che, come lei, sono indignate dalla questione, continua: “Quale messaggio arriva dalla giustizia ai giovani? Che puoi uccidere chiunque e andare in giro come se niente fosse.”