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Omicron, il rischio di reinfezione nei guariti è 2,4 volte superiore rispetto alle altre varianti

variante omicron reinfezione

Omicron, uno studio svolto in Sudafrica sospetta che il rischio di reinfezione con questa variante sia superiore di 2,4 volte.

Da uno studio in Sudafrica è emersa la terribile notizia che riguarda la sostanziale capacità di Omicron di reifettare un paziente guarito, eludendo l’apparente immunità.

Variante Omicron, perché c’è il rischio di reinfezione

La nuova variante Omicron è stata scoperta meno di un mese fa in Sudafrica e in questo arco di tempo si è già diffusa in tutta Europa. Oggi, arriva un’altra cattiva notizia: ha una sostanziale capacità di reinfezione, ovvero di infettare nuovamente coloro che in precedenza era stati già contagiati da un altro ceppo del coronavirus SARS-CoV-2, come ad esempio le varianti Beta e Delta.

La capacità di eludere efficacemente le difese immunitarie innescate da una precedente infezione sarebbe legata alle numerose mutazioni che caratterizzano la variante emersa in Sudafrica: infatti, ben 32 sono localizzate sulla proteina Spike, agente patogeno responsabile del contagio delle cellule umane.

Variante Omicron, rischio reinfezione: lo studio

A determinare che la variante Omicron ha una notevole capacità di reinfettare chi era stato già contagiato è stato un team di ricerca sudafricano coordinato dalla professoressa Juliet R.C. Pulliam. Alla base della ricerca c’è stato il confronto tra prime infezioni e reinfezioni durante le precedenti fasi della pandemia Covid-19, in particolare quelle legate alle varianti Beta e Delta.

Il team ha preso come campione le cartelle cliniche di circa 2,8 milioni di cittadini sudafricani che avevano ricevuto una diagnosi confermata di infezione almeno 90 giorni prima del 27 novembre 2021. Dall’analisi dei dati – che coprono il periodo tra il 4 marzo del 2020 e il 27 novembre 2021 – è stato rilevato che la variante Omicron determina un rischio di reinfezione «sostanzialmente superiore» a quello delle varianti Beta e Delta, rispettivamente durante la seconda e terza ondata di contagi registrata in Sudafrica.

Variante Omicron, rischio reinfezione: i risultati della ricerca

I ricercatori hanno rilevato poco meno di 36mila casi di sospetta reinfezione sul campione totale. Tuttavia, durante le ondate di Beta e Delta è stato osservato un aumento nel rischio di infezione primaria ma non di reinfezione, mentre nell’ultimo mese, quando si è diffusa la variante Omicron, è stato osservata una diminuzione nel rischio di infezione primaria – possibile causa l’aumento delle vaccinazioni – ma un aumento del rischio di reinfezione.

Si legge nella relazione che è stata resa nota dal team di ricerca sudafricano che: «Il rapporto di rischio stimato per la reinfezione rispetto all’infezione primaria per il periodo dal 1 novembre 2021 al 27 novembre 2021 rispetto alla prima ondata è stato di 2,39 (CI95: 1,88-3,11)».

In pratica, Omicron ha un rischio 2,4 volte superiore rispetto a qualsiasi altra variante di reinfettare un paziente guarito.