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Omofobia in Italia: l'indagine Istat

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Storie di omofobia (molte delle quali avvenute nel periodo di approvazione della legge Cirinnà) e quanto è diffuso il fenomeno in Italia per l’Istat.

In questi ultimi anni si parla molto di “omofobia”, la paura nei confronti di omosessuali e transessuali che porta a disprezzarli e discriminarli. In quest’ottica sono state approvate in diversi Paesi del mondo occidentale le unioni civili anche per coppie dello stesso sesso, che, “sposandosi”, avrebbero potuto godere dei diritti all’eredità, alla reversibilità, alla casa, alle visite in carcere o in ospedale come nel caso delle coppie sposate o conviventi etero. In Italia – dove si calcola che ci sarebbero cinque milioni tra gay, lesbiche e transessuali – ciò è possibile dall’estate del 2016, dopo l’approvazione della legge voluta dalla senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà, esito di 30 anni di laceranti dibattiti. Ma il nostro Paese è al riparo dall’omofobia per quanto riguarda i sentimenti comuni della gente? Sembra proprio di no, secondo un’indagine Istat, anzi, secondo l’International Lesbian and Gay Association (ILGA), l’Italia è “il Paese più omofobo dell’Europa occidentale” .

Omofobia per l’approvazione della legge

Proprio durante l’approvazione della legge Cirinnà, la cronaca ha registrato numerosi episodi d’intolleranza. Per esempio una notte c’è stato un blitz omofobo contro il Gay Center di Roma, dove è stato affisso il cartello “La perversione non sarà mai legge”, ma peggio ancora è accaduto a Torino, dove una coppia gay è stata costretta a trasferirsi in un altro quartiere, dopo essere stata insultata – anche con scritte sui muri dell’ascensore dove abitava -, dopo aver ricevuto lettere anonime minatorie ed essere pure aggredita fisicamente.

Coppia lesbica

A Bari un 18enne, Paolo, si è gettato sotto un treno perchè i genitori adottivi non accettavano la sua omosessualità: i compagni di classe del ragazzo hanno riferito che spesso “mamma e papà” lo picchiavano, non gli preparavano il suo posto a tavola e non gli lavavano i vestiti fingendo un’impossibile ed ipocrita dimenticanza, infine sarebbero arrivati a dirgli che non l’avrebbero adottato, se avessero saputo che fosse gay. Prima di suicidarsi, Paolo ha scritto un breve ma toccante messaggio d’addio al suo fidanzato: “Perdonami. Ti amo”.

Ancora, un uomo, a Genova, è stato picchiato su un autobus da alcuni bulli, perchè “sospettato” di essere gay e un docente di Perugia ha avuto problemi con i genitori di alcuni allievi, perchè militante di un’associazione Lgbt. Ma ci sono anche molte altre storie drammatiche o comunque indicative della fatica di accettare l’omosessualità e la transessualità in Italia.

I dati Istat

L’Istat mostra un Paese diviso, per quanto riguarda l’omofobia: da una parte si registrano (timide) aperture, dall’altro in molti permangono i pregiudizi. Il 61% degli intervistati ammette che in Italia ci siano molte o abbastanza discriminazioni nei confronti degli omosessuali, mentre per il 73% è ingiusto non dare lavoro a qualcuno o non dargli una casa solo perchè omosessuale.

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Ancora, il 74% non considera l’omosessualità una malattia, per il 73% non è immorale, il 74% non la ritiene una minaccia per la famiglia, mentre per il 65% l’amore omosessuale è uguale all’amore etero.

Il 63% è favorevole alle unioni civili per persone dello stesso sesso e il 43% al matrimonio, percentuali nettamente inferiori alla media europea.

Quella dell’insegnante è l’occupazione in cui gli omosessuali sono meno accettati, mentre sono meno del 20% gli italiani che ritengono che non dovrebbero fare per esempio il medico o il politico.

Ancora, il 55% pensa che gli omosessuali dovrebbero essere più “discreti”, nel manifestare la propria sessualità, mentre per il 29% non dovrebbero manifestarla proprio.

Il 40% degli italiani intervistati ammette che accetterebbe difficilmente come vicina di casa una coppia omosessuale e l’80% è contrario al fatto che persone dello stesso sesso adottino bambini o li abbiano con l’utero in affitto – per altro contestato anche con altre motivazioni non “conservatrici”: ci sono femministe che lo ritengono uno sfruttamento del corpo femminile -.

Le dichiarazioni degli omosessuali

Per quanto riguarda propriamente gli omosessuali, la maggior parte preferisce non esporsi od esprimersi, ma il 40% degli intervistati, ammette di essere stato discriminato almeno una volta nella vita, soprattutto in famiglia. Solo il 20% rivela di aver fatto coming-out con i genitori: più che altro si sono confidati con fratelli e sorelle (44%) o amici (77%).

Omofobia secondo l’età

Un sondaggio eseguito dal quotidiano La Stampa rende noto che i più giovani sono meno omofobi: soltanto il 60% degli anziani interpellati accetta l’omosessualità, mentre tra gli under 25% la percentuale sale al 90%, anche per quanto riguarda il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

La Giornata Internazionale contro l’Omofobia

Il 17 maggio prossimo sarà la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, indetta dall’Unione europea nel 2004 per ricordare quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha depennato l’omosessualità dalle malattia mentali: vedremo cosa emergerà.