Palermo, 20 set. (Adnkronos) – "La reiterazione del decreto sarebbe stato un assurdo giuridico evidente e impraticabile. Le condizioni della imbarcazione Open Arms erano difficili, con le condizioni di oltre 140 persone che si trovavano in uno spazio ristretto, con servizi igienici che sempre di più diventavano inabili rispetto alla possibilità di svolgere la loro funzione, con persone a bordo che scappavano dalle loro realtà, dalle condizioni di prigionia in Libia con le sofferenze che ci sono state descritte. Sofferenze di carattere fisico e psichico e personale. Di fronte a queste persone, sguarnite di ogni difesa, ammucchiate in quel caldo agostano in condizioni disperate, si erge l'autorità di pubblica sicurezza, nel suo vertice, la quale, al di fuori di ogni previsione normativa, in chiara violazione anche dell'articolo 13 della Costituzione, decide di privare della libertà le persone che si trovavano in quella condizioni". Sono le parole dell'avvocato Arturo Salerni, legale di parte civile del processo Open Arms, nel corso della discussione del dibattimento che vede imputato Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. Il ministro nell'agosto del 2019 aveva impedito, con il decreto sicurezza, l''ingresso in porto a Lampedusa della nave spagnola con a bordo 147 persone. L'avvocato Salerni rappresenta la ong spagnola.
"Siamo di fronte all'esercizio di un potere che contrasta con i principi fondamentali del nostro ordinamento, con le garanzie delle persone alla tutela del bene primario della libertà della persona, oltre che in quella condizione di grave contrapposizione al diritto umanitario contenuto anche nelle convenzioni del diritto del mare", aggiunge Salerni.