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Operaio muore travolto dai tubi di metallo a Olbia

Operaio muore sul lavoro, travolto da dei tubi a Olbia

Un operaio è morto a Olbia, travolto da dei tubi di metallo. In corso gli accertamenti, ma sale il numero di morti sul lavoro.

Un operaio di 46 anni, Angelo Serra, originario di Nulvi (Sassari), è morto nella mattina del 17 luglio 2018, mentre lavorava nella zona industriale di Olbia. Le cause sono ancora da accertare, ma da una prima ricostruzione delle autorità, l’uomo sarebbe stato travolto da dei tubi di metallo, gli stessi che stava scaricando dal camion per la realizzazione di impalcature. Oltre agli agenti del Commissariato di Polizia di Olbia, sul posto sarebbero giunti anche i colleghi della vittima e il personale medico del 118.

Morte sul lavoro

Con la morte di Angelo Serra sale nuovamente il contatore delle vittime – in particolar modo operai – morti mentre erano al lavoro. A marzo 2018, l’Osservatorio indipendente di Bologna aveva pubblicato come già nei primi mesi del 2018 il numero delle vittime fosse salito a 151 decessi sul posto di lavoro. Un numero preoccupante che richiama al rapporto del 2017, dove erano stati registrati 632 casi.

Le cause in genere sono le scarse misure di sicurezza, la negligenza dell’impresa di turno nella valutazione delle misure di protezione per i suoi dipendenti. Solo il giorno prima dell’incidente di Olbia, 3 operai sono morti in Friuli, in Puglia e in Calabria. Il primo a Pordenone, un uomo di 53 anni è rimasto schiacciato da una lastra di metallo di alcuni quintali. Sul posto i colleghi e le autorità che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. In Puglia, per la precisione in provincia di Bari, un operatore ecologico di 56 anni, ha perso la vita per cause ancora in corso di accertamento, travolto dal camion compattatore dei rifiuti. Infine in Calabria, un quarantanovenne è stato travolto dal trattore che lui stesso stava guidando.

“Decessi di operai a lavoro in crescita”

Interpellata su quanto accaduto in Friuli, Orietta Olivo, della segreteria regionale Cgil ha dichiarato ai giornalisti del sito Friuli.it parole di sdegno sulla gravità del problema degli incidenti sul lavoro: “A questo punto anche parlare di allarme è riduttivo. I numeri ufficiali dell’Inail, infatti, ci dicono che dopo il +30% di casi mortali con cui si era chiuso il 2017, il numero di infortuni in Fvg continua a crescere allo stesso ritmo”. La segretaria Cgil ha anche fatto un richiamo al senso di responsabilità delle aziende: “È evidente che dietro a questa recrudescenza, al di là delle cause di ogni singolo incidente, c’è un peggioramento generale delle condizioni di lavoro“.

Un ammonimento ad una maggiore attenzione sulla messa in sicurezza dei lavoratori anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 1 maggio 2018 ha messo in evidenza l’urgenza preoccupante di trovare una soluzione a questo allarme intollerabile: “La sicurezza sul lavoro è un tema di civiltà che non intendiamo e non possiamo trascurare; e rappresenta un impegno a cui le istituzioni non verranno meno. Al di là delle statistiche – che segnalano un numero sempre molto alto degli incidenti e delle malattie professionali – se anche una sola persona perdesse la vita sul lavoro, o fosse costretta a gravi menomazioni, sarebbe comunque una tragedia intollerabile. Questi eventi sono causati da circostanze che possono e devono essere evitate”.