Federico Bello Argomenti trattati
Morto alpinista
Proprio oggi 14 aprile un uomo è precipitato da altezza elevata, i soccorsi sono stati tempestivi ma l’alpinista è deceduto. In seguito si è recato sul posto anche l’elicottero svizzero della Rega che ha recuperato la salma. Purtroppo sono notizie che noi tutti sentiamo fin troppe volte; “Montagna Killer” insieme a “Valanga Killer” sono termini usati molto spesso in queste situazioni, termini entrati ormai nel linguaggio comune ma probabilmente errati ed eccessivi. Di assassini veri e propri ce ne sono fin troppi, la montagna in quanto facente parte della natura non ha per fortuna i nostri stessi sentimenti d’odio. Basti pensare ad esempio alla terribile vicenda dell’Hotel Rigopiano, costruito nel modo e nel posto meno sicuri. Occorre semplicemente avere buon senso e prendere tutte le precauzioni del caso.
L’alpinismo
L’alpinismo è meraviglioso, non è uno sport di massa ed è più identificabile come un vero e proprio stile di vita. Dopotutto chiunque va in ferie al mare per avere una settimana di relax ma l’amore per la montagna porta con se molto altro. Scalare una cima permette di allontanarsi dal caos e dalla routine quotidiani, si diventa un tutt’uno con la natura e più si sale più si percepisce di entrare in un altro mondo, un mondo sano e incontaminato. Questo lo dico da tifoso di calcio ma amante di tutti gli sport (e della montagna).
L’Ortles
L’Ortles, in Trentino – Alto Adige è la cima più elevata del gruppo Ortles – Cevedale, con i suoi 3905 m non è l’Everest ma è sicuramente una montagna di tutto rispetto. Fin degli inizi del 1800, quando l’arciduca Giovanni d’Austria promise una ricompensa in denaro a chiunque avesse raggiunto la vetta, il sito è diventato meta di alpinisti provenienti da ogni luogo con l’obiettivo di riuscire a scalare quei quasi 4000 m di altezza.
