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Oscar, pioggia di nomination per The Revenant

20150717162712The Revenant

Più meno secondo le previsioni, ancora una volta, l'enfant terrible del cinema, Alejandro Gonzales Inarritu, stupisce tutti e stravince con The Revenant, come già aveva fatto con l'outsider Birdman, nel 2014, film difficilissimo ma dal contenuto forte e denso di significati per il gotha della gera...

Più meno secondo le previsioni, ancora una volta, l’enfant terrible del cinema, Alejandro Gonzales Inarritu, stupisce tutti e stravince con The Revenant, come già aveva fatto con l’outsider Birdman, nel 2014, film difficilissimo ma dal contenuto forte e denso di significati per il gotha della gerarchia attoriale americana.

Quest’anno conduce la battaglia per la conquista della statuetta con ben dodici nominations, superando di poco il sorprendente nonché acclamatissimo Mad Max Fury Road di George Miller, che nessuno immaginava avrebbe raggiunto un tale risultato. Entrambi sono seguiti a poca distanza dal successo annunciato, The Martian (7 nominations) del veterano Ridley Scott, nonchè dai super celebrati Spotlight (6 nominations), pellicola sullo scandalo dei preti pedofili e Carol, (6 nominations) dramma elegante sull’amore saffico, magistralmente interpretato dalle talentuose Rooney Mara e Cate Blanchett.
Ma le sorprese non sono finite. Quest’anno non mancano le soddisfazioni anche per l’Italia, che dopo aver vinto la prestigiosa statuetta nel 2013, con Sorrentino, per La Grande Bellezza come miglior film straniero, ci riprova quest’anno per la migliore colonna sonora con Morricone, storico compositore, candidato per il film di Quentin Tarantino, e già vincitore del Golden Globe 2015.
Che dire, meglio di così non poteva andare, ci sembra che l’Accademy, questa volta, sia stata più che mai equa nelle valutazioni, sperando che sia finalmente la volta buona per Leonardo Di Caprio (ormai, la nomination per lui è una sorta di appuntamento fisso), scandalosamente rimasto a bocca asciutta fino a questo momento e per la promettente Alicia Vikander, candidata per la prima volta come migliore attrice non protagonista per un ruolo difficilissimo, quello di Gerda Wegener, interprete di un’anomala quanto mai sconcertante storia d’amore con il transgender Einar, alias protagonista maschile di The Danish Girl, un Eddy Redmaine, ancora una volta sorprendente per bravura e camaleontismo (come sia possibile poi, passare dall’interpretazione di un cosmologo affetto da atrofia muscolare a quella di un transessuale solo lui lo sa ma il punto è che ci riesce e lo fa da dio).
Che dire, inoltre, della veterana Jennifer Jason Leigh, che dopo anni passati dietro le quinte, torna finalmente e meritatamente alla ribalta con ruolo che è perfettamente nelle sue corde, o di Kate Winslet, o ancora del nostro “Sly”, anch’egli in corsa per l’oscar come attore non protagonista, e al quale la vita o meglio l’Accademy, hanno voluto regalare questa candidatura, premiando quella che qualcuno ha addirittura definito come la miglior performance della sua carriera.
Infine, un applauso per Brad Pitt, produttore del riuscitissimo La grande Scommessa (5 nominations) e per ll ponte delle Spie (6 nominations), opera matura e raffinata del sempreverde Stephen Spielberg, che ha voluto farci dono di quest’ennesimo gioiello di storia e grande cinema.
Attendiamo, dunque, fiduciosi e incrociamo le dita per il nostro Ennio Morricone, che a 87 anni suonati, ancora riesce ad emozionarci, rendendo immortale qualunque pellicola, riuscendo a eguagliare addirittura, per usare le stesse parole di Tarantino, la grandezza di un Mozart o un Beethoven.

Jole de Castro