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Pagò Apple per fermare concorrenti: multa da 1 mld di euro

Pagò Apple

Qualcomm multata per 1 miliardo di euro con l'accusa di abuso di posizione dominante.

Pagò Apple per fermare gli altri produttori di chip, sfruttando la sua posizione dominante: è questa l’accusa che l’Ue ha rivolto a Qualcomm, multandola per una cifra di circa 997 milioni di euro. A dare una spiegazione della presa di posizione dell’Unione Europea, c’ha pensato la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, che con un tweet ha detto: “Qualcomm ha illegalmente tenuto fuori i suoi rivali dal mercato per oltre cinque anni”. In questo modo, la Vestager ha cercato di sottolineare come, tale comportamento, abbia negato ai consumatori e ad altre società scelta e innovazione.

Pagò Apple per fermare concorrenti

L’Ue contesta alla Qualcomm i chip LTE che permettono agli smartphone e ai tablet di connettersi alle reti mobili 4G. La Commissione ricorda che Qualcomm è tra i produttori più forti del settore, anche se ci sono altri concorrenti attivi nel mercato che hanno provato a farsi largo. Secondo Bruxelles, Apple è sia per volumi che per immagine nel mondo un cliente privilegiato di Qualcomm, con cui ha siglato un accordo nel 2011. D’altro canto, quest’ultima ha garantito “pagamenti significativi” alla Apple, incambio della certezza di esserne fornitore unico.

L’accordo tra le due aziende prevedeva delle condizioni particolari: nel caso in cui Apple avesse lanciato un dispositivo con un chip fornito da rivali di Qualcomm, i pagamenti sarebbero terminati e sarebbero scattare anche rimborsi su quanto versato fino a quel momento. Proprio a causa di questi termini del contratto, l’azienda di Cupertino ha dovuto desistere nel creare una nuova partnership commerciale con Intel.

Con un accordo del genere, la Qualcomm si è garantita di poter tenere a debita distanza i suoi rivali. Infatti, nel momento in cui sono decaduti i termini del contratto tra le due società, si è aperto uno spiraglio per Inter. La stessa Vestager, ci ha tenuto a sottolineare che questa pratica di Qualcomm è stata interrotta “dopo che la nostra inchiesta è stata avviata”.