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Pahor candidato a 104 anni per le Regionali del Friuli

Pahor

Lo scrittore triestino-sloveno Boris Pahor si candida (o meglio ricandida) alle Regionali del Friuli per rappresentare la minoranza a cui appartiene.

Boris Pahor è un scrittore triestino-sloveno di ben 104 anni – è nato il 26 agosto 1913 -, attualmente candidato alle elezioni regionali del Friuli Venezia-Giulia con la lista Slovenska Skupnost (Unione Slovena), che sostiene il partito democratico. È un partito attivo dal 1963 di ispirazione cristiano-sociale, a cui Pahor aderisce pur non essendo credente.

È forse la quinta volta che si candida – per esempio nel 2009 si era presentato con il Sudtiroler Volkspartei, Partito del Popolo Sudtirolese -, ma non è mai stato eletto – rappresenta una “minoranza nelle minoranze”, dice ironicamente -; tuttavia ha deciso di riprovarci, anche se ritiene che non sarà eletto nemmeno questa volta e afferma che, anche se lo fosse, lascerà il posto a qualcun altro. Non solo per questioni d’età, ma anche perché non sente di essere nato per fare il politico: “Il mio posto è davanti alla macchina per scrivere” – e usa il termine corretto, non il comune “macchina da scrivere” -.

Che il suo posto sia lì, non c’è dubbio, visto che, grazie ai suoi saggi e ai suoi romanzi, è stato più volte proposto per il Nobel per la Letteratura, ma chissà che finalmente ci sia un posto per lui anche in politica. Ma quali sono le motivazioni della sua candidatura?

Boris Pahor

La sua dichiarazione

Boris Pahor vorrebbe essere eletto per “dare testimonianza a favore dell’identità slovena, calpestata dalla Storia”. Si tratta, sottolinea, di una “realtà non abbastanza conosciuta in Italia. Sottaciuta perfino”. Uno scopo davvero interessante il suo e che varrebbe la pena approfondire.

La richiesta

La richiesta di candidarsi gli è arrivata qualche tempo fa da Igor Gabrovec, attuale vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, che gli ha chiesto di iscriversi nella lista elettorale, e lui ha accettato senza esitazione.

Partecirebbe ad eventuali comizi?

Non sentendosi un politico, Pahor non intende partecipare ad incontri pubblici (comizi) in giro per il Friuli, ma a richiesta accetterebbe di partecipare a conferenze. Ci è abituato, soprattutto nelle scuole, perchè “i giovani devono conoscere la Storia”: una storia difficile e dolorosa.

È stato in un campo di concentramento

Il romanzo più famoso di Boris Pahor s’intitola Necropoli, in cui si parla di una terribile esperienza che anche lui ha vissuto: la reclusione in un campo di concentramento nazista – fu in quell’occasione, che diventò ateo – in quanto sloveno, slavo.

Necropoli

Tuttavia le persecuzioni iniziarono con il fascismo negli Anni Venti: in particolare la situazione si aggravò nel 1926, tre anni prima della promulgazione delle famigerate leggi razziali nei confronti degli ebrei. Pahor ricorda ancora indelebilmente la data del 13 luglio 1920, quando non aveva ancora 7 anni e vide i fascisti bruciare il “Narodni Dom”, la “Casa del popolo sloveno”.

Boris Pahor

Uscì dal lager con la tubercolosi e fu ricoverato in un sanatorio a Parigi, dove cominciò a maturare quelle idee che mantiene ancora oggi. Ma sottolinea che parlare delle vicende che le determinarono, in Italia, sembri ancora tabù. Perciò appoggia lo Slovenska Skupnost: perchè sostiene le minoranze – è di sinistra, in gioventù lesse molti saggi sul comunismo, ma al filosofo filocomunista Sartre preferì Camus, che si staccò dall’ideologia comunista e da qualsiasi altra ideologia, optando per l’impegno civile -.

Chiede che il Parlamento accolga le minoranze

Sostenitore ed elettore del Partito Democratico, a cui come abbiamo detto la sua lista elettorale è vicina, è felice che nonostante quest’ultimo abbia ottenuto pochi voti alle elezioni politiche svoltesi il 4 marzo, la sua amica e collega Tatjana Rojc, che è anche traduttrice, sia stata eletta in Senato come indipendente. Boris Pahor sostiene in generale che il Parlamento italiano dovrebbe rappresentare anche le minoranze del Paese, come appunto quella slovena, di cui fanno parte lui e appunto la Rojc.