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Panariello commuove con la dedica al padre mai conosciuto

Panariello

Grande commozione alla prima puntata di "Panariello sotto l'albero" quando il comico ha dedicato un monologo al padre che non ha mai conosciuto

Ci sono messaggi che forse ci sentiamo tutti in obbligo di inviare, in particolare durante le feste. Poche parole, un semplice Buon Natale e Buon Anno, che spesso fanno piacere a chi le riceve. Altri messaggi, però, che non verranno mai recapitati. Come quello di Giorgio Panariello, che lo ha mandato al padre che non ha mai conosciuto.

“C’è un messaggio che avrei sempre voluto inviare. Ma che, purtroppo, non invierò mai perché non ho il suo numero”. Così ha iniziato il comico toscano nel corso della prima puntata di Panariello sotto l’albero, il One Man Show in onda su Rai Uno per due serate. “Caro babbo. Non so se devo chiamarti così come si dice in Toscana o semplicemente papà, perché io non so neanche di dove sei”, ha poi continuato Panariello, molto attendo a non tradire la minima emozione.

“Certo, io e te siamo una bella coppia: io non ti ho conosciuto e tu neanche sei stato avvisato che io fossi nato. Hai fatto l’amore con la mamma più o meno in questo periodo qua, sotto Natale. Spero che tu abbia fatto davvero l’amore…”. Ha insistito così il comico, riaprendo una ferita evidentemente mai del tutto rimarginata. “Erano gli anni Sessanta, il miracolo italiano, il boom economico. Potrebbe essere stato proprio mentre ballavate un lento o mangiavate accanto alla famiglia Agnelli”.

Panariello si commuove

Infine è giunta la chiosa del monologo: «Io ti ho immaginato in così tanti modi. Invece non so neanche quanti anni hai. Forse fra i 70 e gli 80. Chissà se sei ancora in forma o hai bisogno di un piccolo aiuto. Se questo fosse davvero un messaggino, ora qui ci vorrebbe una faccina buffa come la mia. Però non so neanche se ti somiglia”. Gli occhi di Panariello un po’ lucidi e gli applausi del pubblico tutti per lui: così si è concluso il momento. Si è trattato di un attimo decisamente delicato riguardante la vita privata di un uomo che si è sempre raccontato poco, più attento a destare sorrisi che lacrime.

Un’altra tragedia aveva colpito la famiglia di Giorgio Panariello. Il fratello, infatti, era stato trovato morto su una panchina da una overdose di eroina, dopo anni durante i quali cercava di liberarsene. Tre persone erano state accusate di averlo abbandonato, procurandone quindi indirettamente la morte. A quel proposito, Giorgio aveva detto: «Loro sostengono di non essersi resi conto che stesse così male. Se saranno riconosciuti colpevoli, la certezza della pena deve esserci: quando c’è una colpa, bisogna pagare».