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Paolo Savona: "I veti sono inaccettabili perché infondati"

paolo savona

L'economista e accademico italiano ha scritto una lettera in cui specifica le sue posizioni verso l'Unione Europea.

Paolo Savona è stato al centro dell’attenzione mediatica durante l’ultima settimana. Pur cercando di mantenere un profilo defilato, l’economista ha scritto un comunicato per spiegare il proprio pensiero riguardo alla spinosa questione euro sì/euro no. Ancor più precisamente, l’accademico italiano, nella nota del 27 maggio, ha cercato di chiarire le sue idee circa l’Unione Europea. Tuttavia, l’ipotesi che Savona diventasse Ministro dell’Economia e della Finanza ha portato a un forte scontro tra i due partiti che avrebbe sostenuto il governo Conte (Lega e Movimento 5 Stelle) e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il 28 maggio Paolo Savona ha rotto di nuovo il silenzio, scrivendo a Scenari economici.

‘Un processo alle intenzioni’

“Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche riconoscerne i contenuti”: questo è l’incipit, dal tono piuttosto amaro, dello scritto di Savona. La lettera è stata divulgata tramite il portale di economica, Scenari economici appunto, che raccoglie, in diversi articoli, il pensiero dell’accademico italiano. Savona cita due colleghi, Jean Paul Fitoussi e Wolfang Munchau, i quali non hanno distorto “il mio pensiero” in due editoriali apparsi sul Mattino e sul Financial Times. Il primo sostiene che Savona non avrebbe, da Ministro, contestato la moneta unica europea, semmai i ritardi delle istituzioni comunitarie nel cogliere le istanze provenienti dai cittadini: “(…) Non avrei mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposta alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi membri”. Il professore aggiunge che una negoziazione che voglia ottenere un buon risultato debba “non rivelare i limiti dell’azione”, per non partire sconfitta in partenza. “Nell’epoca dei like e dei don’t like anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda” ironizza Savona.

La miopia della Germania

Il secondo pensiero, quello del giornalista economico Munchau, è affine al suo, dichiara l’economista. L’ultima parte della lettera analizza quelle che sono le cause “del caos delle relazioni economiche internazionali“. Munchau ha elencato le caratteristiche (Savona non le ricorda nel suo scritto) che permetterebbero all’euro di non subire la preponderanza del dollaro statunitense, che costituisce “una parte essenziale della politica estera del paese”. O meglio, costituiva- secondo il pensiero dello studioso tedesco e di quello italiano. La moneta europea “non è in grado di rimpiazzarlo” poiché l’euro non è stato ben studiato “(…) per colpa della miopia dei tedeschi“. La principale accusa rivolta alla Germania, sempre in questo scritto di Paolo Savona, è di non aver permesso alla valuta europea di essere equiparabile, nella funzione ricordata in precedenza (ossia come caratteristica importante nel regolare i rapporti con l’estero), al dollaro. Il disordine che ne è derivato ha portato a chiedere misure protezionistiche, “di cui patiremo gli effetti, insieme alla instabilità sociale“. Savona infine ricorda un appuntamento importante che attende l’Unione Europea il 28 e 29 giugno (vi sarà un incontro tra Capi di Stato). “Se non avesse avuto veti inaccettabili, perché infondati, il governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron- conclude Savona- così incanalando le reazioni scomposte che provengono dall’interno di tutti i paesi membri (…) verso decisioni” favorevoli all’Italia.