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Papa in Cile chiede perdono per la pedofilia: "Mai più"

Papa in Cile

Sull'aereo papale ha parlato ancora una volta del pericolo di guerra nucleare.

Continua il viaggio del Papa in Cile, il suo ventidue in America Latina, e questa volta i temi trattati sono due: i casi di pedofilia che hanno coinvolto la chiesa e la possibilità della scoppio di una guerra nucleare tra Stati Uniti e Corea del Nord. Nel suo discorso alle autorità e alla società civile del Cile al Palazzo della Moneda, Papa Francesco ha detto:“Qui non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi – ha aggiunto – ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”.

Papa in Cile: il discorso

Durante il volo, parlando con i cronisti, Bergoglio ha mostrato la foto di un bimbo vittima di Nagasaki e ha sottolineato di temere una guerra nucleare.

Accolto dal capo dello Stato Michelle Bachelet, Papa Francesco è arrivato al Palazzo della Moneda, a Santiago, dove questa mattina ha incontrato le autorità, la società civile e il corpo diplomatico, e poi si è intrattenuto a colloquio con la presidente uscente della Repubblica, la socialista Bachelet, nella protocollare ‘visita di cortesia’. Tra le autorità che hanno assistito al discorso del Pontefice c’è anche il presidente eletto, Sebastian Pinera, di centrodestra, che si insedierà alla Moneda il prossimo 11 marzo.

Papa Francesco ha detto: “Siamo invitati a prestare un’attenzione preferenziale alla nostra casa comune: far crescere una cultura che sappia prendersi cura della terra e a tale scopo non accontentarci solo di offrire risposte specifiche ai gravi problemi ecologici e ambientali che si presentano. In questo si richiede l’audacia di offrire uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico che privilegia l’irruzione del potere economico nei confronti degli ecosistemi naturali e, di conseguenza, del bene comune dei nostri popoli. La saggezza dei popoli autoctoni può offrire un grande contributo. Da loro possiamo imparare che non c’è vero sviluppo in un popolo che volta le spalle alla terra e a tutto quello e tutti quelli che la circondano. Il Cile possiede nelle proprie radici una saggezza capace di aiutare ad andare oltre la concezione meramente consumistica dell’esistenza per acquisire un atteggiamento sapienziale di fronte al futuro”.

Proteste per la visita del Papa

La visita del Papa in Cile non è stata accolta positivamente da tutti. Infatti, nella notte sono state bruciate altre tre chiese cattoliche. Secondo quanto riportano i media locali, due chiese colpite contemporaneamente si trovano a Cunco, località a 700 km da Santiago, nella regione dell’Araucania, che Francesco visiterà domani. L’altro incendio ha riguardato la parrocchia della Madre della Divina Provvidenza a Puente Alto, nella periferia di Santiago. In totale, sono 9 le chiese attaccate in questi giorni. Secondo testimonianze raccolte fra i vicini in merito alla parrocchia della Madre della Divina Provvidenza a Puente Alto, nella periferia di Santiago, un gruppetto di cinque persone ha lanciato bombe incendiarie contro la porta della chiesa e sono anche state bruciate bandiere del Cile e del Vaticano.