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Papa Francesco a gay vittima di abusi, 'Dio ti ama'

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Papa Francesco avrebbe esortato un uomo gay cileno ex vittima di un prete pedofilo di essere felice di ciò che era perché Dio lo aveva fatto così.

Papa Francesco si è sempre dimostrato aperto all’accoglienza delle persone omosessuali, al punto da far storcere il naso a molti conservatori. Recentemente avrebbe detto a un uomo gay cileno, che era stato vittima di un prete pedofilo, che Dio l’aveva fatto e lo amava proprio così. Idem il Papa. Le sue tendenze sessuali non lo interessavano e lui avrebbe dovuto essere felice di ciò che era. Queste parole, rivelate al quotidiano spagnolo El Paìs dalla stessa persona che aveva incontrato Bergoglio poco prima delle dimissioni in massa dei vescovi cileni, travolti in uno scandalo pedofilia di cui era ignaro anche il pontefice, non sono state smentite dalla Chiesa, perciò si ritiene siano vere.

Sono le più forti dichiarazioni di accettazione dell’omosessualità (o meglio degli omosessuali come persone) che questo o qualsiasi altro Papa abbia mai pronunciato. Perché come Francesco aveva avuto occasione di dire una volta, condanna il peccato, non il peccatore.

Juan Carlos Cruz

La storia

L’uomo che Papa Francesco ha ricevuto, si chiama Juan Carlos Cruz e, come molti altri bambini cileni, è stato violentato da un ecclesiastico, padre Fernando Karadima, oggi 87enne. Gli abusi compiuti dal sacerdote, vennero taciuti per decenni dai vertici della Chiesa del Paese sudamericano, che accusarono le vittime di essere bugiarde o addirittura pervertite. Tuttavia in seguito, padre Karadima fu condannato e sospeso a divinis.

Fernando Karadima

Il Vaticano non smentisce

Dalla Chiesa nessuna smentita delle parole che Papa Francesco avrebbe detto a Juan Carlos. La persona che avrebbe potuto rettificare, sarebbe stato il giornalista americano Greg Burke, portavoce e direttore della Sala Stampa della Santa Sede, tuttavia, almeno finora, ha taciuto.

I precedenti

Il Papa aveva già dimostrato altre volte un’ “apertura all’omosessualità” (come tale era stata salutata da alcuni ambienti “liberal”). Nel 2013 un giornalista gli chiese se fosse vero che esistenza una “lobby gay” in Vaticano e lui disse sostanzialmente di non essere “nessuno” per giudicare gli omosessuali.

Tre anni più tardi, ribadendo “il Catechismo della Chiesa cattolica”, affermò che fosse sbagliato discriminare i gay, che al contrario andavano rispettati e “accompagnati pastoralmente”. Francesco aggiunse che fosse possibile condannare “qualche manifestazione offensiva per gli altri” (alludendo certamente al Gay Pride), ma che una persona “in quella condizione”, che avesse “buona volontà” e che cercasse Dio, non andasse giudicata e condannata, ma “accompagnata”.