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Papa Francesco assente al Comitato internazionale ebraico: il dolore al ginocchio si è riacutizzato

Papa Francesco ginocchio

Papa Francesco ha saltato l’incontro con il Comitato internazionale ebraico a causa di un improvviso riacutizzarsi del dolore al ginocchio destro.

Papa Francesco ha saltato l’incontro con il Comitato internazionale ebraico a causa di un improvviso riacutizzarsi del dolore al ginocchio destro.

Papa assente al Comitato internazionale ebraico: il dolore al ginocchio si è riacutizzato

Nella mattinata di giovedì 30 giugno, Papa Francesco non ha potuto incontrare l’International Jewish Committe for Interreligious Consultation per “un riacutizzarsi del dolore al ginocchio”. La notizia è stata riferita dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Sono mesi che il Pontefice sta lottando contro un persistente dolore al ginocchio destro. Nel mese di maggio, infatti, erano trapelate le prime indiscrezioni circa il malessere nutrito da Bergoglio che, nelle ultime settimane, lo ha costretto ad annullare due viaggi all’estero, rispettivamente in Libano e in Congo e Sud Sudan. Nel secondo caso, in particolare, Papa Francesco ha cancellato la visita facendo esplicito riferimento al parere contrario dei medici.

Per quanto riguarda l’assenza del Pontefice all’incontro con l’International Jewish Committe for Interreligious Consultation, la Santa Sede ha riferito che il discorso preparato da Bergoglio per l’udienza è stato consegnato al cardinale Kurt Koch, responsabile in Vaticano per il dialogo interreligioso, in modo tale da farlo giungere alla delegazione del Comitato internazionale ebraico.

Il discorso scritto per il Comitato internazionale ebraico

A proposito dell’incontro, come riportato nel documento consegnato al cardinale Koch, il Papa ha ribadito “l’impegno della Chiesa Cattolica nel contrastare ogni forma di antisemitismo, soprattutto attraverso l’azione preventiva, cioè sul piano educativo, sia nelle famiglie, sia nelle comunità parrocchiali e nelle scuole, sia nelle aggregazioni laicali”.

Il testo, poi, prosegue asserendo che in questi tempi “turbolenti, è di grande importanza che ebrei e cristiani si incontrino, e sempre più lavorino insieme, per cercare di contrastare certe tendenze negative delle nostre società occidentali: l’idolatria dell’io e del denaro; l’individualismo esasperato; la cultura dell’indifferenza e dello scarto”.

Il Pontefice, inoltre, ha sottolineato: “Le nostre tradizioni religiose ci chiedono di affrontare le discordie, le divergenze e i conflitti non in modo aggressivo, ma senza pregiudizi e con intenzioni pacifiche, al fine di trovare punti di convergenza accettabili da tutti. In ogni caso, l’odio e la violenza sono incompatibili con la nostra fede – e, a proposito del dialogo interreligioso, ha aggiunto –. È una via maestra per far crescere nel mondo la fraternità e la pace. Rafforzando il dialogo possiamo resistere all’estremismo, che purtroppo è una patologia che può manifestarsi anche nelle religioni. Preghiamo il Signore di guidarci sempre più in questo cammino di dialogo e fraternità”.