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Papa Francesco su Juan Barros: 'Resterà al suo posto'

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Papa Francesco conferma il vescovo cileno Juan Barros in quanto non ci sono evidenze. Ammette di sbagliare a chiedere prove a vittime di pedofilia

Papa Francesco è di ritorno dal suo viaggio in Sud America, itinerario durante il quale ha riflettuto molto. Il pontefice ammette di aver sbagliato, come aveva segnalato il cardinale Sean O’Malley, a chiedere prove di abusi sessuali alle vittime di pedofilia, e di aver parlato di ‘calunnia’ a proposito del caso del vescovo cileno Juan Barros e per questo chiede ‘perdono’. Secondo Papa Francesco, non ci sono evidenze di colpevolezza su Barros, che quindi rimane dov’è.

Papa Francesco caso Barros

Papa Francesco ha affermato che, riguardo gli abusi sessuali, ha intenzione di proseguire la linea della tolleranza zero iniziata da Benedetto XVI. In cinque anni, l’attuale pontefice non ha firmato alcuna richiesta di grazia su 25 che gli sono giunte. Sul caso del vescovo Barros, Papa Francesco ha fatto svolgere approfondimenti ed accertamenti. Dalle indagini compiute, non sono uscite fuori evidenze di colpevolezza.
Poi, sul chiedere prove alle vittime di violenza sessuale: “So che molta gente abusata non può mostrare delle prove, non le ha e non può averle o se le ha si vergogna. Il dramma degli abusati è, infatti, tremendo. E così non parlerei più di ‘prove’ ma di ‘evidenze’”. Papa Francesco racconta di un recente incontro con una donna 40enne abusata, sposata con tre figli. Questa persona non riceveva più la comunione perché nella mano del prete vedeva la mano del suo violentatore. Papa Francesco afferma che a loro “devo chiedere scusa”, perché la parola ‘prova’ li ha feriti. “Chiedo scusa se ho ferito le vittime senza accorgermi, ma l’ho fatto senza volerlo, e mi fa tanto dolore. Sentire che il Papa dice loro ‘portatemi una lettera con la prova’ è uno schiaffo. Mi sono accorto che la mia espressione non è stata felice”.

Lettera a vescovi cileni

Poi sulla lettera ai vescovi cileni: “Devo spiegare questa lettera, perché è a favore della prudenza”. Quando è scoppiato lo scandalo Karadima, il prete condannato per abusi sessuali di cui Barros è stato segretario, si è incominciato a valutare quanti sacerdoti che erano stati formati da lui erano stati abusati o sono poi diventati a loro volta abusatori. “Ci sono in Cile quattro vescovi che Karadima ha seguito quando erano semplici seminaristi. Qualcuno della conferenza episcopale cilena ha suggerito che rinunciassero, che dessero le dimissioni, che si prendessero un anno sabbatico, per evitare accuse, perché sono vescovi bravi, buoni vescovi. Si diceva di chiedere anche a Barros le dimissioni. Tuttavia, quando è venuto a Roma, ho detto ‘no: così non si gioca, perché questo è ammettere una colpevolezza”. Papa Francesco ha quindi respinto le dimissioni. Poi quando è stato nominato vescovo di Osorno sono continuate le proteste. Ed il Papa ha ricevuto le sue dimissioni una seconda volta. E ancora una volta, le ha rifiutate.
Nel frattempo, si è andati avanti a indagare su di lui, ma non sono arrivate sostanziali evidenze che hanno influenzato il giudizio del Papa.