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Papa Francesco: “Messe e sacramenti non si devono pagare”

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Papa Francesco ribadisce in udienza che non si deve pagare per celebrare messe o sacramenti in Chiesa: semmai si accettano solo offerte libere.

Papa Francesco, nel corso dell’udienza in Vaticano di mercoledì 7 marzo 2018, ha sottolineato che non si deve pagare per fare celebrare una messa, per esempio per un funerale o in suffragio della scomparsa dei defunti, come se ne celebrano quotidianamente. Questo perchè, ha spiegato il pontefice, “la messa è il sacrificio di Cristo che è gratuito”. Se si vuol fare un’offerta, la si faccia, ha chiarito, ma la messa non è un “servizio a pagamento”, idem i sacramenti.

L’occasione

Quando si chiede di celebrare una messa, si può ad esempio pregare per parenti e amici in difficoltà o per chi ha terminato la propria vita terrena, e magari chiedere che il nome della sia detto dal pulpito, ha affermato Papa Francesco parlando a braccio nell’Aula delle Udienze in un discorso più ampio relativo alla preghiera eucaristica- in cui “Nessuno e niente è dimenticato”-, ma non si paga, e i fedeli e i sacerdoti devono capirlo. Sua Sanità ha dunque ribadito un concetto già espresso per quanto riguarda la celebrazione di sacramenti come battesimi, matrimoni e, appunto, funerali, per cui non si può dire che vi sia un “tariffario” e, se in passato poteva capitare, oggi non possono esserci più nemmeno i sacerdoti che accettano buste con del denaro dopo la celebrazione.

Cosa dice il Diritto Canonico

Il Diritto Canonico stesso autorizza le sole offerte ai sacerdoti, perchè celebrino la messa in base alle “intenzioni” del o dei richiedenti (Art. 945), ma è “vivamente raccomandato” agli stessi sacerdoti di non accettarle, soprattutto se provengono da poveri. Lo aveva chiarito nel 2014 l’allora presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il quale aveva precisato che le offerte devono contribuire solo alle necessità materiali della Chiesa ed essere libere.

Le cifre minime per le messe

Le singole diocesi o conferenze episcopali regionali possono semmai fornire indicazioni: spesso l’offerta massima è di dieci euro, ma nei santuari più frequentati, come quello di Sant’Antonio da Padova – dove il santo viene ricordato una volta all’anno -, si raccomanda di non andare oltre i 20. Poi non oltre i 400 euro perchè un sacerdote a scelta celebri quotidianamente una messa in memoria di un defunto – nominandolo – per un mese intero.

Le lamentele sui social

In seguito alle parole di Papa Francesco, però, molti utenti dei social, che hanno raccontato le proprie esperienze, hanno fatto presente, anche con amara ironia, che queste raccomandazioni e prescrizioni, spesso non vengono rispettate dai religiosi e che pertanto sarebbe necessario effettuare i controlli del caso contro questi “tariffari”. Qualcuno ha anche ricordato il caso della controversa proposta, della quale si è dibattuto qualche tempo fa, di far pagare ai turisti l’ingresso nel Duomo di Milano.