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Papà Pamela Mastropietro smentisce la morte per overdose

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I genitori di Pamela Mastropietro, il cui cadavere è stato trovato fatto a pezzi, smentiscono la morte della figlia per overdose a Porta a Porta.

“Temiamo che qualcuno le abbia fatto qualcosa di male lì dentro”. Sono queste le parole di Alessandra Verni e Stefano Mastropietro, genitori di Pamela Mastropietro, la 18enne romana trovata a pezzi in due trolley a Macerata, il 30 gennaio 2018. La madre e il padre della vittima sono stati intervistati a Porta a Porta da Bruno Vespa, rivelando che la giovane, ultimamente, aveva manifestato malessere nella comunità Pars di Corridonia, a cui si era affidata per risolvere i suoi disturbi della personalità e la sua tossicodipendenza. Il papà esclude che la figlia possa essere morta per overdose.

Le rivelazioni

Una ragazza ingenua, che forse si fidava un po’ troppo degli altri, che amava disegnare e che avrebbe voluto diventare una criminologa. Così la ricordano i genitori intervistati, i quali hanno espresso il loro dubbio che, nella comunità in cui Pamela era ospitata, dovesse essere successo qualcosa grave a tal punto da spingerla a scappare e a rintracciare Innocent Oseghale, tra i sospettati dello scempio. “Quando fai i bagagli e lasci un posto – ha osservato il padre – vuol dire che hai avuto un problema”.

Non si tratta, tuttavia, dell’unica rivelazione fatta dai genitori della giovane vittima. Come Stefano Mastropietro tiene a sottolineare, infatti, Pamela aveva la fobia di aghi e siringhe, per questo non avrebbe mai potuto “bucarsi” né, tanto meno, morire per overdose. L’unico modo in cui Pamela assumeva droga, in conseguenza ai suoi disturbi della personalità, era per inalazione. Su questo, gli ex coniugi mettono la mano sul fuoco. Secondo Alessandra Verni, potrebbe essere stato uno degli uomini accusati a costringere la ragazza a comprare una siringa. “Lui è padre, ha una bambina piccola, non so come l’abbia ingannata” confessa la madre della 18enne.

pamela omicidio macerata

L’omicidio di Macerata

Secondo la ricostruzione dei fatti, Pamela Mastropietro, dopo essere fuggita dalla comunità terapeutica Pars di Corridonia, presso cui viveva da qualche settimana, avrebbe contattato telefonicamente Innocent Oseghale, conosciuto tempo prima. L’avrebbe incontrato in un parco e si sarebbe recata con lui presso lo stadio dei Pini. Qui i due si sarebbero trovati con Lucky Desmond, tra gli indagati. Poi, il trasferimento in quella mansarda dove sarebbe accaduto il terribile misfatto. I due trolley dentro ai quali sono stati ritrovati i resti del cadavere di Pamela sono stati rinvenuti il 30 gennaio 2018. Riguardo alle cause della morte della giovane romana, il mistero permane. Omicidio o tentativo di dissoluzione del cadavere in seguito a overdose?