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Paracas e il mistero del gigantesco candelabro

Paracas

In Perù nella Riserva di Paracas c’è un geoglifo che rappresenta un candelabro o forse un tridente. L’origine e la data di esecuzione sono incerte

Innanzitutto cos’è un “geoglifo“? Per geoglifo s’intende un disegno sul terreno, di solito superiore a 16 metri, fatto o con l’aggiunta di materiale in rilievo o tramite la rimozione di terra o pietre, formando quindi un disegno in negativo. Il più grande geoglifo al mondo si trova in Australia ed è l’Uomo di Marree, l’immagine di un guerriero aborigeno di 4,2 chilometri di altezza. I più famosi invece sono le cosiddette Linee di Nazca, in Perù tra le città di Nazca e Palpa.

Il geoglifo di cui andiamo a parlare non è molto lontano dalle Linee di Nazca, si trova in Perù, nella regione di Ica, nella Riserva nazionale di Paracas. Si tratta di uno strano disegno che sembra rappresentare un candelabro a tre bracci. Lo troverete andando da Lima a Ica, dove si trova il più grande museo di teste allungate al mondo, le teste ritrovate proprio a Paracas.

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La penisola di Paracas comprende anche le Isole Ballestas, habitat naturale di moltissimi uccelli e animali, come leoni marini, cormorani, pellicani. Giunti sulla penisola di Paracas, si chiede a un barcaiolo di quelli che troverete lì in zona di portarvi a vedere la costa sud. Dal mare avrete un’ottima vista sul gigantesco candelabro scavato nel terreno.

Questa figura è lunga più di 180 metri. Sembra che le stime sulla datazione della sua esecuzione siano poco attendibili, per via del clima della regione. Si è dovuto calcolare la sua età in maniera indiretta, cioè tramite la datazione di alcune ceramiche trovate nella zona. Si ipotizza quindi che, come queste ultime, anche il geoglifo risalga al 200 a.C. Passando invece al significato e al motivo per cui è stato realizzato è tutto ancor più incerto.

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Una delle ipotesi più probabili è che si tratti di un segnale per i marinai. Il ricercatore Tony Morrison ha ipotizzato che i marinai che passavano spesso di lì, durante i periodi di sosta, abbiano lavorato al geoglifo, per sfruttarlo come aiuto a orientarsi durante la navigazione.

I Conquistadores, vedendolo, invece, lo rivestirono subito di significato cristiano e ci videro una rappresentazione della Trinità. Lo interpretarono come un segno di buon auspicio per la conquista del Nuovo Mondo.

Secondo lo scrittore Beltrán García si tratterebbe invece di un preciso e potente sismografo, in gado di rilevare le vibrazioni della terra in tutto il pianeta.

Un’altra ipotesi riguarda invece la pianta allucinogena chiamata Jimson, considerata sacra dagli abitanti preistorici della regione di Paracas. Questi andavano fino in California per raccoglierla, poichè serviva per i rituali religiosi. Il candelabro gigante doveva segnalare la via del ritorno.

Infine qualcun altro mette in relazione la leggenda di Vircacocha con il geoglifo di Paracas. Vircacocha, nato dal lago Titicaca, era la divinità che avrebbe creato il Sole, la Luna, le stelle e l’uomo. Dopo la Creazione si ritirò nell’Oceano Pacifico, promettendo di ritornare se ci fosse stato bisogno di lui. Il geoglifo, al pari dell’ipotesi di essere un segnale per i marinai, servirebbe a guidare il ritorno della divinità.

Oltretutto resta da stabilire se si tratti effettivamente della rappresentazione di un candelabro. Alcuni ci vedono un tridente, altri un cactus. Insomma questa figura resta un mistero, per molti aspetti. L’origine e la causa della sua creazione restano ad oggi sconosciute. La datazione al terzo secolo a.C. è incerta, come pure il significato reale del disegno. Certo questo mistero continua ad attirare turisti da tutto il mondo, che vengono per vedere con i propri occhi il grande geoglifo di Paracas.