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Parità salariale, approvata in Senato la legge contro il gender pay gap tra uomo e donna: le reazioni

Chiara Gribaudo

In Senato è stata approvata la legge contro il gender pay gap tra uomo e donna. In Italia arriva finalmente la parità salariale.

In Senato è stata approvata la legge contro il gender pay gap tra uomo e donna. In Italia arriva finalmente la parità salariale.

Parità salariale: approvata la legge contro il gender pay gap

Dal Senato arriva il via libera al Ddl sulla parità salariale. Dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera, Palazzo Madama ha assegnato il disegno di legge alla Commissione Lavoro del Senato. L’intero provvedimento sulla parità salariale è stato approvato con il sostegno di tutte le forze politiche. Lo scopo del Ddl non è solo quello di colmare il gender pay gap nella retribuzione tra uomini e donne, ma anche di far emergere le discriminazioni sul luogo del lavoro. “Il problema delle donne non è soltanto quello dell’accesso al lavoro, ma la difficoltà soprattutto è mantenerlo il lavoro” ha dichiarato la deputata Chiara Gribaudo (PD) a Fanpage.it. “Dobbiamo favorire una cultura dell’impresa diversa in Italia. La legge va in questa direzione e ci ricorda che dobbiamo pensare ai diritti in una fase post Covid in cui, nonostante il blocco dei licenziamenti, nonostante la cassa Covid, a perdere i posti di lavoro sono stati principalmente giovani e donne” ha aggiunto.

Parità salariale: le reazioni dopo l’approvazione

Dopo l’approvazione, sono arrivati diversi commenti. L’entusiasmo del Partito Democratico è grande. “Abbiamo finalmente una legge sulla parità salariale fra uomo e donna. Ora tutti i nostri sforzi devono concentrarsi affinché sia applicata, pienamente. Sono orgogliosa della battaglia portata avanti dal PD” ha scritto la deputata dem Anna Ascani. “Su pari opportunità sul luogo di lavoro e contrasto del gender pay gap da oggi abbiamo una marcia in più” ha scritto la senatrica Anna Rossomando. Simona Malpezzi ha parlato di “un principio di civiltà e di equità che rende l’Italia all’avanguardia in Europa“. “L’Italia si dota di uno scudo contro le discriminazioni tra uomo e donna sui luoghi di lavoro” ha commentato Giuseppe Conte.

Parità salariale: cosa prevede la legge

Il disegno di legge modifica il Codice delle Pari opportunità del 2006. Dal testo emergono diverse novità, come una definizione più stringente della nozione di discriminazione di genere. L’articolo 2 aggiunge tra le discriminazioni indirette” quelle “di natura organizzativa o incidenti sull’orario di lavoro” e “ogni trattamento o modifica dell’organizzazione delle condizioni e dei tempi di lavoro che, in ragione del sesso, dell’età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive, ovvero in ragione della titolarità e dell’esercizio dei relativi diritti“. Si parla di qualsiasi situazione che pone il lavoratore in una “posizione di svantaggio rispetto alla generalità degli altri lavoratori“, di “limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali” e di “limitazione dell’accesso di meccanismi di avanzamento e progressione di carriera“.

Inoltre, il disegno di legge prevede l’obbligo per le aziende con più di 50 dipendenti di produrre un rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile. A questo si aggiunge un monitoraggio sulla disparità di genere. Viene anche introdotto l’articolo 46-bis che istituisce la “certificazione della parità di genere” con sgravi fiscali per le aziende. Si tratta di un certificato che attesta “le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità“.