> > Parla la figlia di una delle vittime della strage: “Sono furibonda”

Parla la figlia di una delle vittime della strage: “Sono furibonda”

Chafik Elketani e uno scatto della strage

Parla la figlia di una delle vittime della strage: “Si deve coprire qualcuno per il fatto di aver rilasciato la patente a uno che ha fatto tanti orfani?"

In una intervista al Corriere della Sera parla la figlia di una delle vittime della strage che vide 8 ciclisti uccisi dall’auto di un uomo che pochi giorni fa ha causato un altro incidente mortale: “Sono furibonda”. Furibonda e “indignata”, così si sente Simona Cannizzaro, figlia di Giovanni, uno degli o ciclisti travolti il 5 dicembre del 2010 dall’auto guidata dal 33enne marocchino Chafik Elketani. E Simona lo ha detto chiaramente: “Vorrei sapere: chi gli ha ridato la patente a questo signore? I giudici l’avevano quasi graziato, all’epoca, condannandolo a 5 anni dopo aver ucciso 8 persone”. 

La figlia di una delle vittime della strage di ciclisti: “Chi bisognava coprire?”

Perché? Perché dopo undici anni dalla strage della Statale Tirrenica la stessa persona, a piede libero e con pena espiata per una formulazione penale che all’epoca non era rigida come oggi, ha causato un altro incidente mortale. Dove? Sulla strada dei Due Mari, tra Marcellinara e Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro. Ha detto Simona Cannizzaro: “La notizia del nuovo incidente stava passando in sordina. Nessuno sembrava volerne parlare. Forse era strafatto di droga come allora? O forse si deve coprire qualcuno per il solo fatto di aver rilasciato la patente a un signore che ha lasciato tanti orfani in città?”. 

Stava per dimenticare la figlia di una delle vittime della strage, ma il nuovo omicidio ha riesumato l’orrore

Poi la donna rivela un particolare emotivo importantissimo: “Volevo dimenticare questa storia, tenendomi dentro il mio dolore. Tuttavia dopo questo nuovo incidente causato sempre da questo signore, ho sentito la necessità di comunicare tutta la mia rabbia, anche per onorare la memoria di mio padre”. E la rabbia di Simona fa il paio con l’amarezza per un sistema che a suo dire non ha tutele per chi chiede giustizia.  Ha spiegato ancora Simona: “Anche in questi casi c’è una giustizia di serie A e una di serie B. Non siamo stati trattati bene. Otto morti. Padri di famiglia, figli, professionisti, un gruppo di amici che ha incontrato la morte mentre era in bici, la loro passione, falciati da un cocainomane”. 

Un reato arrivato “troppo tardi” per la figlia di una delle vittime della strage 

“Anche senza l’omicidio stradale, che pena è stata data a questo signore?”. Perché il rammarico di Simona fa il paio con la rabbia? Perché nel 2010 il reato di omicidio stradale non era ancora stato legiferato e messo in punto di Codice Penale. Chafik Elketani è figlio del leader della comunità di marocchini che gestisce il commercio ambulante in Calabria, e questa sua posizione, del tutto scollegata dalla valutazione in punto di Diritto che lo aveva riguardato, ha spinto Simona a sentenziare sull’onda della tempesta emotiva che in questi giorni l’ha travolta: “Questo signore è stato fortunato, noi famigliari delle vittime siamo gente per bene, che non pensano certo di farsi giustizia da soli”.