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Parolisi uccise Melania Rea per un rapporto sessuale negato

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Son state depositate le motivazioni della condanna, in primo grado, all'ergastolo di Salvatore Parolisi. Il caporale dell'esercito, in carcere dal luglio 2011, è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio di sua moglie, Carmela Melania Rea. Secondo quanto ricostruito in sede processuale, alla b...

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Son state depositate le motivazioni della condanna, in primo grado, all’ergastolo di Salvatore Parolisi. Il caporale dell’esercito, in carcere dal luglio 2011, è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di sua moglie, Carmela Melania Rea. Secondo quanto ricostruito in sede processuale, alla base dell’omicidio c’è stato il rifiuto della vittima a consumare un rapporto sessuale. Quella mattina del 18 aprile, la famiglia Parolisi si era recata a Colle San Marco. L’altalena per bambini era sporca e la vittima ha preferito recarsi al chiosco di Ripe di Civitella, dove si tengo le esercitazioni del marito. Alle ore 15:05, vittima e carnefice raggiungono il luogo del delitto. La bimba dorme in auto. Melania Rea ha una necessità fisiologica. La donna va sul retto del chiosco per urinare. Parolisi, nel vedere la moglie con i pantaloni abbassati, probabilmente, si eccita. Si avvicina alla donna, chiede un rapporto sessuale. La vittima rifiuta scatenando la violenta reazione del Parolisi che afferra il suo coltello e la colpisce più volte, fino a ucciderla. Le menzogne dette dal Parolisi lo incastrano: «Nel tentativo di allontanare i sospetti che lo vedevano come il maggior indiziato per il delitto di Melania – si legge ancora nelle motivazioni – ha fornito una mole di menzogne (così com’era solito fare nella propria vita quotidiana) che, inconsapevolmente, se valutate unitamente a tutti gli altri elementi raccolti, hanno costituito una sorta di confessione».