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Quanti passi al giorno dovremmo fare per stare in forma

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Qual è il numero dei passi che ci consente di stare in forma senza troppa fatica? Gli studi a riguardo ce ne indicano un numero ben preciso.

Qual è il numero di passi che ognuno di noi dovrebbe fare al giorno per sentirsi al meglio? Le cifre indicate da medici ed esperti del campo si aggirano intorno ai 10.000 passi giornalieri. Compierli consentirebbe di stare in forma senza troppa fatica e di bruciare un notevole numero di calorie. Lo conferma anche un noto personal trainer, Harley Pasternak. I suoi numeri sarebbero addirittura un po’ più alti, tra i 10.000 e i 14.000 passi. Il risultato è, assieme ad un’alimentazione corretta, l’ottenimento di un fisico come quello di Ariana Grande o Lady Gaga, note star internazionali clienti dell’allenatore canadese. I suoi numeri sono stati pubblicati sulle pagine del magazine inglese Business Insider e l’articolo rivela che rispettare il numero di passi da lui indicato è quasi più efficace di un’intensa attività cardio.

Il numero dei passi

Un accurato studio pubblicato su The International Journal of Obesity, alzerebbe ulteriormente l’asticella dei passi da compiere giornalmente. 15.000 sarebbe il numero ideale per scongiurare il rischio di malattie cardiocircolatorie. Il risultato è stato confermato grazie ad una ricerca condotta basandosi sull’osservazione delle abitudini di un centinaio di lavoratori inglesi. Gli scienziati hanno affermato che non stare troppo a lungo seduti ha dei vantaggi sulla salute e consigliano ai lavoratori di fare un piccolo break per sgranchirsi le gambe dopo ogni ora seduti davanti al pc.

Lo studio della Columbia University

L’aria all’interno dell’ufficio è più sana rispetto a quella dell’esterno, soprattutto nelle grandi città? La realtà dei fatti smentisce molte delle convinzioni a cui noi ingenuamente crediamo. L’aria dell’ufficio è contaminata da numerosi batteri, primi tra tutti quelli contenuti, paradossalmente, nei prodotti utilizzati per la pulizia degli ambienti. La camminata durante una pausa dal lavoro sarebbe la soluzione più corretta per evitare l’inalazione di tutti i microbi presenti nel luogo di lavoro e, di conseguenza, di avere una vita più lunga. A dirlo è una recente ricerca della Columbia University che ha sottolineato come una vita più frenetica e movimentata è indice di una vita più sana. Più ci si muove, più si ha probabilità di vivere a lungo.

I benefici dell’aria aperta

La Columbia University ha elencato tutti i pro derivanti da un’oretta fuori dal proprio ambiente di lavoro. I benefici, oltre quelli dell’attività fisica, vengono anche dagli effetti che la luce naturale ha sull’uomo: l’umore ne gioverebbe così come la vista, troppo abituata allo schermo del computer. Per non parlare della serotonina, ormone responsabile del buonumore e della felicità, che, mancante, influenza negativamente le nostre normali attività quotidiane. L’ideale è 100 passi outdoor ogni ora seduti sulla scrivania. Ancora meglio se fuori dall’ufficio c’è un parco. Respirare a pieni polmoni i profumi di piante e alberi fa parte della pratica che i giapponesi chiamano Forest Bathing, che tradotto suona ‘bagno nella foresta‘. Gli olii essenziali e gli aromi notoriamente rilasciati dalle foglie sono un naturale rimedio contro ansia, stanchezza e stress. Se si aggiunge che la passeggiata nel parco può tranquillamente essere fatta non a ritmo sostenuto, l’appuntamento è irrinunciabile.

Differenze di sesso

Camminare non è lo stesso per gli uomini e le donne. La Stanford University ha analizzato, a tal proposito, circa 718.000 smartphone dotati di applicazione contapassi. Il risultato è che gli uomini fanno più passi delle donne durante tutto l’arco della giornata, mentre le donne risultano essere più pigre. Non si tratta di semplice sedentarietà ma le ragioni sono prettamente psicologiche. Le donne evidenziano, infatti, dei problemi a livello sociale e di sicurezza maggiori rispetto agli uomini e questo motivo le porterebbe a stare meno all’aperto. Camminare tradurrebbe una condizione di libertà che, evidentemente, è insita negli uomini ma non nelle donne.