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Paul Ginsborg morto a 76 anni: addio allo storico che ha raccontato la storia d'Italia

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Lo storico Paul Ginsborg è morto a 76 anni: aveva raccontato la storia d'Italia e insegnato nelle università di Siena, Torino e Firenze.

Addio a Paul Ginsborg, storico londinese naturalizzato italiano morto all’età di 76 anni. Già professore all’università di Cambridge, dal 1992 aveva insegnato Storia dell’Europa contemporanea all’Università degli studi di Firenze ed è noto per aver raccontato la storia italiana indagando l’intreccio tra i grandi eventi, le istituzioni e i destini individuali.

Paul Ginsborg morto

Nato nel 1945 nella capitale inglese, ha inizialmente insegnato presso la Facoltà di Scienze Sociali e Politiche dell’Università di Cambridge. In Italia ha avuto incarichi di insegnamento agli atenei di Siena e Torino prima di ottenere la cattedra nel capoluogo toscano. Nel 2014 gli è stato assegnato il Premio Nazionale Letterario Pisa per la Saggistica e nel 2019 è diventato presidente dell’associazione Libertà e Giustizia succedendo a Tomaso Montanari.

Negli anni precedenti ha anche collaborato con Francesco Pardi (Pancho) per il lancio del movimento dei girotondi, un movimento di cittadini costituitosi in nome della difesa dei principi di democrazia e legalità.

Studioso della storia nel nostro paese, tra i suoi libri si citano: Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi. Società e politica 1943-1988 (Einaudi, 1989), Storia d’Italia 1943-1996. Famiglia, società, Stato. (Einaudi, 1998), L’Italia del tempo presente. Famiglia, società civile Stato. 1980-1996 (Einaudi, 1998), e Daniele Manin e la rivoluzione veneziana del 1848-49 (Feltrinelli, 1978 ed Einaudi, 2007).

Paul Ginsborg morto: aveva coniato l’espressione “ceto medio riflessivo”

A Ginsborg si deve la fortuna dell’espressione “ceto medio riflessivo“, da lui coniata per indicare docenti, giornalisti, ricercatori, membri dell’associazionismo, dei sindacati e delle cooperative che erano i più interessati al destino della società (“era un ceto capace di bridging, cioè di costruire ponti verso gli altri“). Qualche anno fa aveva affermato che secondo lui esisteva ancora ma era pervaso da una riflessività amara e da un grande disorientamento.