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"Paura del buio", cortometraggio per superare il timore anestesia

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Roma, 20 ott. (askanews) - E' stato presentato in una serata all'Auditorium Parco della Musica, in occasione della Festa del Cinema di Roma, il cortometraggio "Paura del buio", progetto di MSD Italia con il patrocinio di SIAARTI, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Inte...

Roma, 20 ott. (askanews) – E’ stato presentato in una serata all’Auditorium Parco della Musica, in occasione della Festa del Cinema di Roma, il cortometraggio “Paura del buio”, progetto di MSD Italia con il patrocinio di SIAARTI, Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva. Attraverso la metafora della paura del buio, con un linguaggio onirico, si racconta il ruolo dell’anestesista-rianimatore nell’informare e accompagnare il paziente, per superare la paura dell’anestesia e vivere più serenamente il percorso perioperatorio. “Paura del Buio” è diretto da Mattia Lunardi, prodotto da Brandon Box, interpretato da Eleonora Giovanardi, Marika Ivanytska e Giacomo Valdameri. Il corto è stato voluto da MSD Italia nell’ambito del progetto educazionale “Oltre il Buio” (#oltreilbuio).

Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia, spiega: “L’idea è nata dal lavoro quotidiano, fianco a fianco, per quella che è la nostra parte di competenza, con gli anestesisti rianimatori. Soprattutto è nata con il grande periodo di buio che abbiamo vissuto con la pandemia.

Abbiamo deciso di raccontare in maniera diversa la paura che avevamo anche noi, tutti quanti, avevamo vissuto, e soprattutto, però, come uscire da questa paura. Ci piace averlo realizzato nel momento in cui si sono spenti i riflettori su quelli che fino ad oggi, anzi, fino a ieri, chiamavamo eroi. Lo abbiamo fatto proprio adesso perché invece bisogna preservare la memoria, per costruire un futuro migliore”.

Il cortometraggio verrà proiettato nei cinema e mandato in onda su Paramount Network il 30 ottobre.

Il Presidente di SIAARTI Antonello Giarratano spiega: “Riteniamo che il messaggio che dà il cortometraggio sia di fondamentale importanza per il cittadino, abituato a vedere spesso il medico, e nello specifico l’anestesista-rianimatore quasi come un tecnologo, un tecnocrate, che non ha la capacità umana di comunicare e di far superare i momenti più bui. La paura, il tema della paura, del cittadino, dell’individuo, del paziente che ci troviamo di fronte, è un tema centrale e la capacità di un anestesista, di un rianimatore, di un intensivista, è proprio quella di riuscire a far superare, non eliminare, ma sconfiggere la paura, metterla da parte, e creare quel rapporto di comunicazione che diventa fondamentale nel rapporto medico-paziente”.