Valentina Mericio Argomenti trattati
Nella giornata di venerdì 4 febbraio arriverà finalmente in Italia il farmaco antivirale Paxlovid. A darne l’annuncio la struttura commissariale del Generale Figliuolo che, in una nota pubblicata sul portale istituzionale ha precisato verranno consegnati i primi 11.200 trattamenti completi.
Paxlovid in Italia, il comunicato ufficiale della struttura commissariale
La struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo ha reso noto che, la fornitura del Paxlovid è stata definita nell’ambito di un contratto stipulato con la casa farmaceutica Pfizer. Si legge infatti:
“Inizierà domani la distribuzione alle Regioni/Province autonome dei primi 11.200 trattamenti completi dell’antivirale Paxlovid, nell’ambito del contratto finalizzato lo scorso 27 gennaio dalla Struttura Commissariale con la casa farmaceutica Pfizer, d’intesa con il Ministero della Salute”.
“Nel corso del 2022 erogata la fornitura di 600mila trattamenti completi”
La nota della struttura del Commissario Figliuolo prosegue informando che, nel corso del 2022 verrà erogata una fornitura complessiva di “600 mila trattamenti completi […] i quali verranno progressivamente distribuiti alle Regioni – non appena disponibili – secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dell’AIFA”.
Paxlovid, come funziona
Disponibile in compresse, Paxlovid può essere somministrato qualora il paziente manifesti il covid in forma lieve o moderata. Questo farmaco consta di due principi: il Nirmatrelvir che riduce la capacità del virus di diffondersi e quindi moltiplicarsi e infine il Ritonavir che fa sì che questo effetto venga amplificato.
Franco Locatelli: “Ci stiamo avvicinando verso una situazione marcatamente favorevole”
Nel frattempo il coordinatore del Cts Franco Locatelli, sentito da Sky Tg24 ha fatto un bilancio di come la situazione si sta evolvendo nell’ultimo periodo: “Ci stiamo avviando verso una situazione marcatamente favorevole, tutti i numeri ci indicano che questa è la direzione”.
Ha quindi aggiunto: “Siamo riusciti a gestire la quarta ondata dovuta ad Omicron mantenendo tutto aperto, a differenza di altri paesi come Germania, Olanda e Austria che hanno dovuto ricorrere a lockdown o a chiusure di attività”.
