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Pedofilia nella chiesa: 12 mesi all'arcivescovo di Adelaide

arcivescovo di Adelaide

L'arcivescovo di Adelaide, in Australia, è condannato a 12 mesi per aver coperto gli abusi di un sacerdote

Coprì un prete pedofilo: ora è condannato a un anno di reclusione. E’ questa la condanna stabilita per l’arcivescovo di Adelaide, Philip Wilson. Era stato dichiarato colpevole nel maggio 2018. Su di lui grava l’accusa di aver tenuto nascosti abusi sessuali a danno di minori da parte di un altro sacerdote. I fatti risalirebbero agli anni Settanta L’orrida piaga della pedofilia nella chiesa torna incombente nella sua drammaticità.

Nuovo caso di pedofilia nella chiesa

L’arcivescovo cattolico di Adelaide, Philip Wilson, è stato condannato a 12 mesi di reclusione (ne rischiava il doppio) per aver tenuto nascosti i peccati malati e perversi di un prete pedofilo. Wilson, 64 anni, era stato dichiarato colpevole nel maggio 2018. La decisione è stata annunciata in mattinata tramite un verdetto di 59 pagine letto dal magistrato Robert Stone e consegnato al Tribunale di Newcastle, a nord di Sydney. In attesa dell’udienza successiva, è stato lasciato libero su cauzione.

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L’arcivescovo, vice presidente della Conferenza Episcopale Australiana, è il più alto prelato cristiano al mondo ad essere condannato per questo reato. Infatti, l’alta carica ecclesiastica era imputata di aver tenuto segreti gli abusi sessuali su quattro minori compiuti dal sacerdote James Fletcher negli anni Settanta. I drammatici episodi a cui fa riferimento la Corte di giustizia si sarebbero verificati nella regione di Hinger. Fletcher è stato riconosciuto come abusatore seriale. E’ morto in prigione nel 2006 a 65 anni, un anno dopo la condanna per pedofilia per aver abusato di una tredicenne tra il 1989 e il 1991. Il sacerdote australiano avrebbe anche violentato quattro chierichetti. I giovani servivano nella diocesi di Maitland.

Wilson non andrà immediatamente in carcere. Il tribunale deciderà il prossimo 14 agosto se potrà ottenere i domiciliari. Affetto da Alzheimer alle prime fasi, il Monsignore potrebbe stare con la sorella a Newcastle, nell’Australia sud-orientale.

La replica dell’arcivescovo

Secondo quanto affermato da due ex altar boys, loro stessi avrebbero messo al corrente l’arcivescovo Wilson, raccontandogli quanto subito. Ma il prelato ha replicato dicendo di non ricordare neanche lontanamente la conversazione. Lo ha ripetuto anche sotto giuramento in Tribunale.

All’arcivescovo di Adelaide è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer alle prime fasi. Il referto medico in questione risale al 28 novembre del 2017, negli stessi giorni in cui veniva avviato il processo a suo carico. I suoi legali, infatti, hanno tentato per quattro volte di fare archiviare il caso, utilizzando come motivazione anche la malattia. Tuttavia, dopo alcune visite svolte ad Adelaide, Wilson è stato ritenuto idoneo per sostenere un processo. L’udienza si è quindi svolta prima di Natale ed è ripresa la scorsa primavera.

Da parte sua il presule sessantaseienne, che guida dal 2001 la Chiesa nella capitale del Sud Australia. L’arcivescovo continua a ribadire la sua totale innocenza. “Sono ovviamente deluso per la decisione pubblicata oggi“, ha detto dopo la sentenza. “Ora dovrò consultare approfonditamente i miei avvocati per determinare i prossimi passi”, ha aggiunto, spiegando di non voler “fare ulteriori commenti in questa fase”.

La reazione della chiesa

Più rammaricata la reazione della Conferenza episcopale Australiana. In una nota firmata dal presidente monsignor Mark Coleridge, arcivescovo di Brisbane, prende atto che il vicepresidente Wilson è stato “dichiarato colpevole per non aver informato la polizia in merito alle accuse di abusi sessuali su minori”. “Wilson ha sostenuto la sua innocenza durante questo lungo processo giudiziario. Non è ancora chiaro se farà appello al verdetto”, hanno scritto ancora i vescovi.

Poi hanno tenuto a precisare: “La Chiesa cattolica, come altre istituzioni ha imparato molto sulla tragedia degli abusi sessuali su minori e ha implementato programmi, politiche e procedure più forti per proteggere i bambini e gli adulti vulnerabili”. Quindi hanno ribadito: “La sicurezza dei bambini e degli adulti vulnerabili è una priorità assoluta per la Chiesa”.

Chiesa sulle cui spalle pesa il dato del 7% dei ministri cattolici ritenuti colpevoli di abusi sessuali a danno di oltre 4500 bambini e adolescenti dal 1950 ad oggi. La Chiesa si appresta a vivere un Concilio plenario particolare nel 2020 , dove il tema degli abusi sarà sicuramente di primaria importanza.