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Pedofilia a Trento, spuntano riferimenti a Yara

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La Procura di Trento ha sgominato una banda di pedofili, che si teneva in contatto tramite Voip: uno di questi aveva un dossier di quaranta pagine su Yara Gambirasio

Pedofilia: in un’indagine della Procura di Trento spuntano alcune foto di Yara Gambirasio. La Procura stava conducendo un’inchiesta su una catena di pedofili nascosti nel web. L’operazione, denominata Black Shadow ha portato alla luce particolari inquietanti su oltre dieci pedofili che si nascondevano nel mondo del web. Uno di questi, originario di Rimini, aveva sul proprio pc un dossier completo sulla tredicenne di Brembate, uccisa nel 2011: per l’omicidio di Yara è già stato condannato il muratore Massimo Giuseppe Bossetti. Il dossier ritrovato è composto da 40 pagine, dove compaiono sia foto di Yara che frasi blasfeme, filastrocche e preghiere.

Pedofilia: le foto di Yara

La Procura di Trento ha portato alla luce, nell’ambito dell’indagine Black Shadow, un lungo elenco di pedofili nascosti nel mondo del web. Tra questi anche un 53enne di Rimini che aveva sul suo pc un dossier di 40 pagine su Yara Gambirasio, contenente foto e frasi sulla tredicenne di Brembate. L’uomo è stato tratto in arresto, insieme agli altri pedofili che sono stati scoperti dall’inchiesta della Procura di Trento. Gli uomini si tenevano in contatto tramite internet: con diversi programmi di messaggistica istantanea si scambiavano immagini e commenti sulle ragazze.

In particolare veniva utilizzata l’app di messaggistica Voip, disponibile anche sugli smartphone come applicazione gratuita. Le indagini della Procura di Trento sono iniziate nel febbraio 2016, dopo l’arresto di un uomo di 38 anni residente in Alto Adige. L’uomo, che abitava in Val Pusteria, era stato trovato in possesso di immagini e video, per oltre 4 terabyte di materiale digitale, che ritraevano minorenni in esibizioni pornografiche. Stando a quanto l’uomo ha riferito agli inquirenti le immagini erano state scaricate da internet e lui non ne conosceva ne le generalità ne ulteriori elementi utili alla identificazione.

Le indagini della Procura di Trento

Dopo l’arresto del 38enne della Val Pusteria, la Procura di Trento ha aperto un fascicolo per pedofilia e ha portato avanti l’indagine Black Shadow che ha sgominato una serie di pedofili che si nascondevano nel mondo del web. Gli uomini coinvolti nell’indagine si tenevano in contatto tramite alcune app di messaggistica istantanea, tra cui Voip. Il 38enne arrestato non era stato in grado di fornire generalità ed informazioni sull’archivio digitale, che conteneva foto e video di ragazzine tra i 13 e i 15 anni, che gli è stato sequestrato.

Tra i pedofili che sono stati arrestati nel corso dell’indagine c’è anche un 53enne di Rimini: gli inquirenti hanno trovato nel suo pc un dossier di quaranta pagine sulla tredicenne di Brembate, scomparsa nel 2011 dopo un allenamento in palestra. Per il suo omicidio è finito in carcere Massimo Giuseppe Bossetti. La banda di pedofili è stata sgominata dalle informazioni fornite dal 38enne altoatesino che, ha fornito anche i dati di contatto della rubrica, che contenevano nominativi e identità degli altri pedofili che si nascondevano nel mondo del web. Gli inquirenti stanno ora verificando il dossier su Yara per vedere se ci siano connessioni con il suo omicidio.