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Pensioni 2018, previsti aumenti medi per 250 euro

Pensioni 2018

Importanti novità per il tema delle pensioni 2018. A partire dal prossimo anno, infatti, i pensionati riceveranno in media 250 euro in più al mese.

Arrivano importanti novità per quanto riguarda il delicato tema delle pensioni 2018. E sono notizie tutto sommato positive. A partire dal prossimo anno, infatti, i pensionati riceveranno in media 250 euro in più al mese per effetto della perequazione automatica. Ma questo aumento non sarà rivolto a tutti. Infatti sarà negato per quelle pensioni che superano l’importo di 3012 euro lordi (poco più di 2.100 euro al netto delle tasse).

Pensioni 2018

A partire da gennaio, le pensioni 2018 torneranno a crescere dell’1,1% grazie alla cosiddetta perequazione automatica. Una buona notizia dunque per i pensionati. Ma, come già successo in passato, non tutti avranno la possibilità di usufruire di questo aumento. In particolare, sarà negato a tutte le pensioni che superano l’importo di 3012 euro lordi, poco più di 2100 euro al netto delle tasse. Con questo incremento dell’1,1%, l’importo del trattamento minimo cresce da 501,89 a 507,41 euro al mese.

Sale anche l’assegno sociale, ovvero la rendita assistenziale corrisposta agli ultra sessantacinquenni privi di altri redditi che è stata introdotto nel 1995 dalla Riforma Dini. Si passa dunque da 448,07 a 453 euro al mese. La pensione sociale, invece, previsti per coloro che la posseggono, raggiunge la somma di 373,32 euro al mese. Non ci sono importanti novità per quanto riguarda le fasce di perequazione. Per questo motivo, restano confermati anche per il prossimo anno gli indici che garantiscono il pieno adeguamento delle rendite fino a tre volte il trattamento minimo. Nel dettaglio: al 95% per quelli da tre a quaranta volte il minimo, al 75% per quelli da quattro a sei volte il minimo, al 50% per quelli da cinque a sei volte il minimo e al 45% per i trattamenti superiori a sei volte il trattamento minimo.

Perequazione automatica

Tale perequazione avviene sull’intero importo della pensione e non più sulle singole fasce. Per fare un esempio: per coloro che percepiscono mille euro lordi al mese, l’incremento sarà pari a undici euro. Coloro che prendono una pensione di 1600 euro, il ritocco sarà di 16,72 euro. Oppure: chi incassa 2100 euro avrà un aumento pari a 17,33 euro. Questo significa che, rapportato all’anno intero, tredicesima compresa, chi riceve la pensione minima avrà poco meno di settantadue euro in più. Chi invece percepisce tredicimila euro all’anno, ne avrà 143 in più. Infine, coloro che hanno una pensione compresa tra i 1500 e i 3000 mila euro al mese, percepirà tra i 200 e i 260 euro lordi in più all’anno.

La perequazione è quell’automatismo che permette l’adeguamento delle pensioni in base al costo della vita Istat, con l’obiettivo di salvaguardare il reale potere d’acquisto. A partire dal 2001, la perequazione attribuisce i seguenti valori: 100% dell’Istat alle pensioni fino a tre volte il minimo Inps; 90% a quelle fra tre e cinque volte; 75% a quelle superiori a cinque volte. Ad eccezione del 2008, questo criterio è rimasto valido fino al 2011. Nei due anni successi, 2012 e 2013, la riforma Fornero ha attribuito la rivalutazione al 100% solo alle pensioni fino a tre volte il minimo. nel 2014, invece, l’aumento è stato pari all’1,2%. negli ultimi due anni, invece, l’Istat è stato negativo e dunque l’aumento non c’è stato.