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Pensioni, cosa potrebbe cambiare con il governo di Giorgia Meloni?

Giorgia Meloni

Fratelli d'Italia è il partito che detta la rotta assieme all'economia italiana: pensioni, cosa potrebbe cambiare con il governo di Giorgia Meloni

Il nodo pensioni pone un interrogativo: cosa potrebbe cambiare con il governo di Giorgia Meloni? Tutte le nuove prospettive previdenziali con il cambio della guardia nell’esecutivo dipendono in gran parte dall’impostazione che ha sul tema il partito che oggi “ha la voce più grossa”, cioè Fratelli d’Italia. Il centrodestra ha la maggioranza assoluta in Parlamento ma governa un paese con un quadro economico ancora molto incerto. E proprio sulle pensioni questa realtà ambigua potrebbe farsi sentire: aumentarle tutte a un minimo di mille euro come chiedeva Forza Italia è una  chimera elettorale ma non mancano i possibili passaggi.

Pensioni, cosa potrebbe cambiare con Meloni

Fratelli d’Italia per esempio non è contrario all’innalzamento delle pensioni minime e sociali. Né a quello di un aumento strutturale e progressivo delle pensioni di invalidità, “che non potranno essere inferiori ad altre forme di assistenza sociale esistenti, affinché l’ampia fascia di beneficiari possa godere di condizioni di vita migliori”. Ma cosa vuole come regola generale Fdi? Il partito guidato da Meloni ha in mente una “generale flessibilità per quanto riguarda l’uscita dal mondo del lavoro, anche per favorire il ricambio generazionale”. L’esempio è quel “meccanismo di solidarietà intergenerazionale, con agevolazioni fiscali per i percettori di redditi di pensione e per gli over 65 che sostengono oneri in favore di parenti under 36, diretti e indiretti, per spese sanitarie, istruzione scolastica e universitaria, pratica sportiva dilettantistica, canoni di locazione per uso abitativo, acquisto della prima casa”. 

Inflazione e ricalcolo delle “pensioni d’oro”

Ma c’è altro, come lo stop all’adeguamento automatico dell’età pensionabile con l’aspettativa di vita e rinnovare la misura Opzione Donna. Poi andrebbero ricalcolate le famose o famigerate pensioni d’oro, “che non corrispondono a contributi effettivamente versati”. Su tutto poi grava il nodo dell’inflazione, con l’esecutivo a guida Meloni che potrebbe procedere con la rivalutazione dei trattamenti pensionistici per far fronte alla svalutazione della moneta.