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Pensioni, scontro tra Cgil e governo: pronta protesta in piazza

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Previste mobilitazioni da parte dei sindacati, per accordarsi con il Governo sul tema pensioni

Dopo l’intervento sulle pensioni della segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, avvenuto qualche giorno fa, la Cgil minaccia mobilitazione. La stessa Camusso aveva dichiarato che le proposte emerse dall’incontro in questione: “non vanno bene”. Il dibattito tra Gentiloni e le organizzazioni sindacali trattava i provvedimenti per l’adeguamento tra speranza di vita e età di pensionamento.

Pensioni, Cgil minaccia mobilitazione

E’ di poco fa, un comunicato della redazione Ansa, che contempla un giudizio negativo e quindi la mobilitazione. Questo se nel confronto con il governo non ci saranno cambiamenti accettabili e le decisioni prese rimarranno invariate.

Nel comunicato sopra citato si legge che le risposte del governo sulle pensioni sono “del tutto insufficienti” e, “qualora il confronto non determini avanzamenti, il giudizio della Cgil non potrà che essere negativo: pertanto il comitato direttivo dà il mandato alla segreteria a decidere tutte le iniziative di mobilitazione nazionali utili a rendere chiara ed evidente la necessità di conquistare risposte coerenti con la piattaforma sulla previdenza e gli impegni già assunti dal governo“.

Questo è l’odg votato dal direttivo della Cgil

Ricordiamo che il comitato direttivo della Cgil si è riunito ieri sera. L’incontro è avvenuto alla fine del tavolo con il governo, nel quale è stato fissato un nuovo incontro per sabato prossimo a Palazzo Chigi. E’ volontà infatti di riunirsi “per esprimere una valutazione complessiva sul confronto con il governo rispetto alle misure da adottare nella legge di bilancio sul tema pensioni e lavoro“.

Pensioni, il segretario Cgil Susanna Camusso minaccia la mobilitazione

Susanna Camusso aveva preannunciato questa decisione ed era intervenuta sul tema pensioni. La segretaria generale Cgil aveva già prevista una mobilitazione in caso il meccanismo del governo non cambi.

Durante il convegno al quale partecipava, la segretaria ha aggiunto, come abbiamo già evidenziato in un precedente articolo, il suo è un chiaro invito al cambiamento motivato dal fatto che ‘se un meccanismo non va bene bisogna cambiarlo‘. Procedere per deroghe non è, per la Camusso, la via da percorrere.

Pensioni chi evita i 67 anni

Ecco infatti le 4 categorie proposte durante l’incontro tecnico con i sindacati. Paolo Gentiloni ha proposto altre 4 categorie di lavoratori da sommare alle 11 già indicate dall’Ape Social. Per loro, niente aumento ai 67 anni d’età per la pensione a partire dal 2019.

Si tratterà di 15 – 20 mila persone in più, circa il 10% dei lavoratori che andranno in pensione tra due anni. Tra questi: agricoli, siderurgici, marittimi, anche i pescatori e stampatori a caldo si aggiungerebbero alle altre 11 classi di cui fanno parte, tra gli altri, insegnanti, infermieri turnisti, macchinisti ed operai edili.

La proposta non si ferma qui, ma prevede per le 15 categorie designate 36 anni di contributi e 6 anni di lavori gravosi svolti negli ultimi sette. Su questi ultimi requisiti che l’esecutivo ha mostrato malleabilità e disponibilità a trattare.

L’aumento di età per le pensioni

I sindacati si sono dichiarati non soddisfatti, parteciperanno ad un altro incontro con il governo nella mattinata di giovedì. Ricordiamo che un ulteriore incontro tecnico è previsto per lunedì 13. Seguirà inoltre all’incontro una riunione prettamente politica con i segretari generali di Cgil, Uil e Cisl.

La proposta non è sufficiente. La mobilitazione preannunciata dalla Camusso, sta diventando realtà. La segretaria generale della Cgil è intervenuta afferma che procedere solo per deroghe non è la scelta corretta.

A quanto pare la posizione del Governo sul tema pensioni non è cambiata. Si prevedono quindi provvedimenti, anche duri da parte dei sindacati, quale sarà il futuro che dovremmo attenderci? Dovremo tornare in piazza?