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Ecco perché (forse) il premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan

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L’assegnazione del premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan ha fatto discutere. C’è chi lo considera eccessivo, per altri è sacrosanto. Per altri, infatti, è il giusto riconoscimento ad un vero poeta, capace, come ha scritto l’Accademia di Svezia nelle motivazioni del premio, di creare ...

L’assegnazione del premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan ha fatto discutere. C’è chi lo considera eccessivo, per altri è sacrosanto.

Per altri, infatti, è il giusto riconoscimento ad un vero poeta, capace, come ha scritto l’Accademia di Svezia nelle motivazioni del premio, di creare “nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana”. Innegabile che Robert Zimmermann, nativo di Duluth, Minnesota, classe 1941, in arte noto come Bob Dylan (in omaggio al poeta Dylan Thomas), abbia dato un contributo straordinario al cantautorato americano. Il problema è capire se questo contributo è davvero paragonabile a quello di uno scrittore come Hemingway (Nobel nel 1954), nonché superiore a quello di Ungaretti – tanto per fare un esempio – che, invece, il prestigioso riconoscimento non l’ha ricevuto (“poeta dell’era fascista”, pare).

Blowin’ in the wind e Like a Rolling Stone

Bob Dylan è, piaccia o meno, soprattutto l’autore di “Blowin’ in the wind” e “Like a rolling stone”, i suoi due brani in assoluto più famosi. Anche qui: piaccia o meno, il primo è studiato da decenni nelle scuole italiane per sperimentare l’utilizzo delle forme interrogative (how many times? how many roads? how many years? eccetera). Qualcosa del genere accadde anche ai Beatles e, quando John Lennon seppe che i suoi testi erano studiati nella scuola che aveva frequentato pure lui, la Quarry Bank High School di Liverpool, decise di scrivere “I am the walrus”: analizzate questa, adesso.

Subterrranean Homesick Blues

Altra canzone storica del grande Bob Dylan è “Subterranean Homesick Blues”. In questo caso, testo e metrica sono davvero notevoli e il brano risulta per certi aspetti una sorta di anticipo dei tempi e di certi flow moderni (è del 1965). “Johnny’s in the basement / Mixing up the medicine / I’m on the pavement / Thinking about the government / The man in the trench coat / Badge out, laid off / Says he’s got a bad cough / Wants to get it paid off”.

Dio e la Highway 61

Ultimo esempio: “Highway 61 Revisited”. “Dio disse ad Abramo / uccidi un figlio per me / Abe disse / amico, mi stai pigliando in giro? / Dio disse no / Abe disse ma che cosa? / Allora Dio disse / Abe, tu puoi fare quello che ti pare, però / la prossima volta che mi vedi in giro da qualche parte / inizia a scappare / Ok, disse Abe, dove la vuoi l’uccisione? / Dio disse / là, lungo la Highway 61”. Basta a prendere il Nobel per la letteratura? Forse sì.

Comunque sia, per il Nobel a Bob Dylan non si può che essere contenti. E “ora sei stato con i professori / e tutti ti hanno apprezzato”, “sei un uomo molto istruito / è risaputo / ma qualcosa sta succedendo, qui / e tu non sai cos’è”, do you, Mr. Dylan?. Cioè, volevo dire: do you, Mr. Jones?