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Perché il coprifuoco riduce i contagi: studi, casistica e risultati

Una città italiana deserta per il coprifuoco

Perché il coprifuoco riduce i contagi: studi, casistica e risultati. In Italia la misura è divisoria e sta spaccando in due il governo. Ma è davvero efficace?

Perché il coprifuoco riduce i contagi: studi, casistica e risultati sembrano suggerire che la misura più discussa di questi giorni e non solo possa avere un suo valore scientifico di deterrente vero per il diffondersi della pademia. Iniziamo dai numeri: il “lockdown notturno” con possibilità di uscire solo i casi normati in Italia è attivo da più o meno 6 mesi. Lo si applica tra le 22:00 e le 05:00 del mattino del giorno successivo. E l’Italia non è il paese che sta “messo peggio”. In Francia il coprifuoco è mobile e può essere fatto partire alle 18:00, alle 19:00 o alle 20:00 e fino alle 06:00.  C’è poi il caso del Canada che lo applica dalle 20:00 alle 05:00. Il dato mainstream è comunque evidente: in Italia il coprifuoco è divisorio e generalmente mal recepito. 

Il coprifuoco riduce i contagi ma non piace

Lo è tanto da essere diventato anche motivo di scontro nell’esecutivo fra chi con le riaperture lo vorrebbe alle 23.00 e chi lo sta tenendo alle 22.00. La linea è quella di ridurlo gradualmente in sincrono con le analisi dei contagi, ma il nodo della sua efficacia resta. Serve davvero? Secondo gli esperti ci sono fattori che dicono di si, e sembrerà strano ma uno dei motivi sta proprio nella tendenza, nelle ore serali, a perdere freni inibitori e cautele. Come? Con l’alcol e la generale rilassatezza del fine lavoro. Lo studio dell’Università di Oxford su “Understanding the effectiveness of government interventions in Europe’s second wave of COVID-19” dice che il coprifuoco notturno può far abbassare l’indice Rt addirittura del 13%

Team di scienziati che studiano gli scenari

Invece la ricerca “Impact of a nighttime curfew on overnight mobility” del Dipartimento di Salute Pubblica dell’Ontario ha dimostrato un altro dato. Cioè che in Quebec, dove era attivo il coprifuoco, la mobilità notturna era stata abbattuta del 31% rispetto a quella dell’Ontario, dove invece non era stato introdotto. Attenzione: meno mobilità significa meno contatti sociali e contagi. 

Troppo presto? Non va affatto bene

Anche lo studio dell’Università di Tolosa su “Side effect of a 6 pm curfew for preventing the spread of SARS-CoV-2: A modeling study from Toulouse, France” dice una cosa più modulata e per certi versi paradossale. Il team della professoressa Chloé Dimeglio ha dimostrato che, malgrado il coprifuoco delle 20:00 abbia ridotto la diffusione del virus a Tolosa, quello delle 18:00 l’ha fatta aumentare. Perché? Perché rientrare a casa così presto mette fretta  provoca ammassamenti nei supermercati. Il governo di Mario Draghi per ora ha lasciato il coprifuoco alle 22.00 prima di uno step due. La scelta pare saggia, ma senza ristori concreti e celeri alle categorie penalizzate presto assieme al covid ci sarà un altro dramma da combattere: la povertà.