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Perché è importante sapere che la Fed ha alzato i tassi

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La Fed ha deciso di alzare i tassi di interesse di un quarto di punto. E’ la prima volta quest'anno, solo seconda volta in 10 anni. La Fed ha varato un aumento di un quarto di punto dei tassi di interesse, portandoli a un valore fra lo 0,50 e lo 0,75%. L’intervento di incremento del costo del d...

La Fed ha deciso di alzare i tassi di interesse di un quarto di punto. E’ la prima volta quest’anno, solo seconda volta in 10 anni.

La Fed ha varato un aumento di un quarto di punto dei tassi di interesse, portandoli a un valore fra lo 0,50 e lo 0,75%. L’intervento di incremento del costo del denaro era atteso da tempo, se ne era già parlato in diverse occasioni, ma finora la banca centrale americana aveva sempre deciso di non fare nulla.

Ora invece è arrivata la tanto attesa manovra, la prima di quest’anno (il 2016 è stato in effetti l’anno in cui di un possibile aumento dei tassi di interesse si è parlato in più occasione) e la seconda soltanto negli ultimi dieci anni.

Il rialzo dei tassi nel quadro dell’economia USA: solo aumenti graduali

Nel dettaglio, la Fed ha previsto un rialzo in tre fasi spalmate lungo il prossimo anno, come chiarito all’interno del cosiddetto dot plot, documento riassuntivo dei risultati delle ultime riunioni, al cui interno si chiarisce anche gli “aumenti graduali dei tassi di interesse” sono l’unica forma che l’economia americana è al momento in grado di assicurare.

Si tratta di un sostanziale riconoscimento dell’inversione di tendenza dell’economia USA: la crisi è ormai passata e, con il mercato del lavoro in condizioni stabili e una crescita avviata, seppure moderata, secondo la Fed è possibile aumentare il costo del denaro. Le attuali previsioni parlano di un Pil in crescita dll’1,8 o addirittura 1,9%, in rialzo rispetto alle valutazioni dello scorso settembre. Ancora migliori le valutazioni per il prossimo anno, con un tasso che potrebbe arrivare al +2%.

La mossa oltre oceano avrà però ripercussioni anche sul Vecchio Continente. In primo luogo è previsto un aumento del dollaro rispetto all’euro (già ieri si è arrivati a un valore euro dollaro sotto l’1,05), che rischia di finire ai minimi degli ultimi anni. Discorso simile sui mercati asiatici, con lo yuan cinese bloccato a 6,9289, e anche in questo caso si tratta di un minimo rispetto agli ultimi otto anni, a seguito di un preciso intervento della Banca Centrale Cinese. Sotto pressione anche lo yen, che è finito ieri sotto quota 118.