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Perché in Italia non c'è il salario minimo?

Il ministro Renato Brunetta

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Brunetta ha spiegato perché in Italia non è ancora in vigore il salario minimo.

In attesa che l’Unione Europea trovasse un accordo sul salario minimo, anche in Italia si è acceso il dibattito sulla retribuzione: il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta si è schierato contro la misura spiegando perché nel nostro paese non è in vigore.

Salario minimo in Italia

Intervenuto al Festival dell’Economia di Trento organizzato dalla Provincia Autonoma e dal Gruppo 24 Ore, l’esponente di Forza Italia ha dichiarato che “il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali e non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività“.

Parole che hanno lasciato intendere una contrarietà da parte del centrodestra alla riforma depositata nel 2018 in commissione Lavoro al Senato. Dall’altra parte, il Commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni aveva invece parlato del salario minimo come di una possibile soluzione all’aumento delle diseguaglianze e alla crescente perdita del potere d’acquisto degli stipendi italiani.

Le posizioni di M5S e PD

Anche il Movimento Cinque Stelle si è schierato a favore della misura, definendola una priorità e una battaglia da completare subito. Il leader Giuseppe Conte aveva anche lanciato un appello alle altre forze politiche per aprire un confronto e approvare la legge nell’attuale legislatura. Se così non fosse, i dem sarebbero comunque intenzionati a presentarla come proposta nel programma per le prossime elezioni politiche: “La questione salariale è fondamentale così come l’impegno ad arrivare al salario minimo come fanno in Germania e in Australia“.