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Perché Renzi non crede alla crisi del governo non ancora nato

Matteo Renzi

Il richiamo del potere e perché Renzi non crede alla crisi del governo non ancora nato: "Fare opposizione non significa insultare chi governa"

Ma alla fine perché Matteo Renzi non crede alla crisi del governo non ancora nato, quello di Giorgia Meloni? Per il leader di Italia Viva il presunto “suicidio” prima di insediarsi finirà a “tarallucci e vino”, per lui ci sono segnali di sfida fra Meloni e Silvio Berlusconi e nel caso c’è un Terzo Polo pronto, ma la situazione è molto meno “belluina” di come sembra. In una intervista a La Stampa Renzi ha detto: “Berlusconi definisce Giorgia Meloni supponente, prepotente, arrogante. Se fosse coerente dovrebbe impedire la nascita del governo”.

Renzi non crede alla “crisi del governo”

E poi: “Ma finirà a tarallucci e vino, vedrà. Troppo forte il richiamo del potere”. E ancora: “Vedremo che faranno. Se salteranno, noi saremo pronti. Perché fare opposizione non significa insultare chi governa, ma costruire un paracadute per quando le cose vanno male”.

“Se c’è bisogno lo faremo anche con Meloni”

Poi Renzi spiega in quali circostanze ha applicato questa regola: “L’ho fatto con Salvini nel 2019 dopo il Papeete, l’ho fatto con Conte nel 2021 per portare Draghi, se ci sarà bisogno lo faremo anche con Meloni a tempo debito”. E i sospetti su un ruolo del Terzo Polo nell’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato? “Abbiamo votato scheda bianca. Basterebbe la matematica per dimostrarlo: La Russa ha avuto 17 voti in più. Gli unici gruppi delle opposizioni che hanno più di dieci senatori sono Cinque Stelle e Pd. Punto”.