Nessuno di noi vorrebbe mai restarci e la più parte di noi almeno una volta ci è restato, si, ma anche fare la tara a quello che è uno dei momenti più mesti della vita di noi umani, perché si dice “restare al verde”? Come quasi in oguno dei modi di dire o delle usanze l’origine sta in un dato momento storico, in una data città o in entrambi. Ecco, nel caso di “restare al verde” c’entra una città che con i soldi della cui penuria questo modo di dire è totem ha sempre avuto un rapporto molto particolare. E il colore, quel particolare colore dalla natura ambigua, ha un suo preciso perché.
Ma quale speranza, ecco perché si dice “restare al verde”
Il verde infatti è il colore per antonomasia della speranza, tuttavia essere, restare o trovarsi al verde significa rimanere senza un soldo, essere ridotti in miseria, avere un folgorante momento di incontrovertibile povertà. Ma da cosa deriva questa locuzione, cioè questo modo di dire? C’entrano la città di Firenze nel suo momento di massimo fulgore e l’antica consuetudine di dipingere di verde il fondo dei ceri o delle candele.
La candela, i fiorentini e gli affari mancati
Ecco perché la candela arrivata al verde era una candela ormai completamente consumata, ma per cosa? Quando a Firenze si tenevano le aste pubbliche er scandire il tempo utile a fare le offerte veniva accesa una candela tinta di verde all’estremità inferiore. Appena la fiamma raggiungeva il termine della candela, cioè il verde, non si potevano fare più offerte di denaro. E con l’asta chiusa chi non aveva fatto offerte restava “al verde”, cioè privato di un affare e per converso, “povero”.