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Perché tutte le aziende vogliono entrare nel Metaverso

Marco Capria, co-founder di ItaliaNFT al Festival del Metaverso di Torino

Le stime degli analisti parlano di un mercato potenziale che va dai 3 agli 11 trilioni di dollari entro il 2030.

Il Festival del Metaverso Italiano, recentemente conclusosi a Torino, ci consegna una prima interessante fotografia di quello che in molti definiscono “il nuovo Internet”. Al di là del grande successo di pubblico (250mila gli utenti unici, secondo le stime rilasciate dagli organizzatori di ANGI), quel che colpisce è la volontà dei grandi brand e delle istituzioni di essere subito protagonisti all’interno dei nuovi spazi digitali.

Banca Intesa, Ferrovie Dello Stato; BMW Group, Sony Music, Wurth – solo per citare alcuni dei grandi nomi intervenuti all’evento – hanno raccontato i loro primi passi nel Web3, con un accento particolare sui motivi che stanno alla base degli investimenti: “Volendo generalizzare si potrebbe dire che aziende e istituzioni stiano iniziando a toccare con mano i benefici del Metaverso e quali opportunità concrete si nascondono dietro questo mondo, sia a livello di marketing, sia per ciò che concerne un nuovo modo di intendere la relazione con i consumatori”, spiega Marco Capria, co-fondatore di ItaliaNFT, società milanese nata con l’intenzione dichiarata di portare il Made In Italy nel Web3.

Non si tratta solo di intercettare una nuova schiera di consumatori digitali”, spiega il responsabile, intervenuto al Festival del Metaverso all’interno del panel dedicato alle opportunità e alle sfide per le aziende. “I vari portatori d’interesse stanno capendo che all’interno dei nuovi spazi digitali si possono fare cose impensabili fino a ieri: dall’advertising digitale più classico alla creazione di gallerie virtuali per mostrare e vendere prodotti e servizi attraverso gli NFT, dall’organizzazione di eventi dedicati con esperienze immersive sempre più realistiche alle applicazioni in realtà aumentata in grado di trasportare l’utente dal Metaverso alla realtà fisica in modo rapido, smart e molto divertente. Per i brand è arrivato il momento di offrire nuove forme di interazione sfruttando la Blockchain come certificazione dei propri spazi e dei propri asset. Significa creare un rapporto sempre più intimo e diretto con i propri clienti, migliorare il livello di engagement sfruttando le straordinarie tecnologie di computer grafica e i principi della gamification ma anche aumentare il livello di fidelizzazione attraverso esperienze e benefit sempre più esclusivi“.

I tempi sono già maturi per parlare di mercato o siamo ancora in una fase sperimentale? Le stime degli analisti parlano di un mercato potenziale che va dai 3 agli 11 trilioni di dollari entro il 2030 (fonte McKinsey & Company), tuttavia – ammette il responsabile – siamo ancora in uno stadio embrionale, anche a livello culturale. “L’impressione è che ci sia ancora una certa confusione sulla percezione delle tecnologie in gioco. Molte realtà confondono ancora il Metaverso con la realtà virtuale con i visori, qualcosa che esiste già da tempo e che in fin dei conti rappresenta solo una modalità di rappresentazione possibile per i Metaversi, quella più immersiva. A mio modesto avviso, oggi più che mi occorre fare un passo indietro e spiegare a tutti i portatori d’interesse in che modo la Blockchain, gli NFT e tutte le tecnologie che fanno parte del Web3 possono diventare utili anche in ambito Metaverso”.

Intendiamoci”, chiarisce Capria, “per noi la Blockchain è una condizione necessaria per creare un Metaverso, anche se ci sono interpreti che hanno deciso di sviluppare i propri mondi facendone a meno. Crediamo che utilizzare la Blockchain come infrastruttura portante sia imprescindibile per via delle opportunità che questa tecnologia reca in dote. Una su tutte: la garanzia della proprietà dei beni che risiedono nei nuovi spazi digitali. Un conto è creare un Metaverso come occasione di puro intrattenimento, altra cosa è farne uno spazio davvero innovativo in cui si possono creare esperienze importanti, anche a livello commerciale. In questo senso disporre di un registro pubblico come la Blockchain nel quale i dati non possono essere in alcun modo modificati o manipolati rappresenta la chiave per garantire non solo il reale possesso degli asset, ma anche la possibilità di portarseli dietro nello spazio e nel tempo”.

Una cosa è certa: il concetto di Metaverso nella sua accezione letterale, quella cioè di uno spazio unico e interoperabile in grado di radunare tutti i mondi virtuali, resta al momento un’utopia. “Non ci sono ancora le condizioni tecniche affinché questo accada”, spiega Capria, “per arrivare a un singolo Metaverso serve un livello di interoperabilità fra le varie piattaforme che ad oggi non è ancora possibile. Tuttavia, stiamo assistendo a una continua evoluzione degli standard e dei protocolli deputati a un miglioramento delle infrastrutture digitali. L’Unione Europea, ad esempio, ha già messo a punto tutta una serie di iniziative a riguardo, la più importante è probabilmente la European Blockchain Service Infrastructure (EBSI) che si pone l’obiettivo di realizzare servizi pubblici a livello europeo basati sulle tecnologie blockchain e caratterizzati da elevati livelli di sicurezza e privacy”. Il primo passo concreto in termini integrazione arriverà però da quei Metaversi che saranno in grado di comunicare con altri Metaversi.

Un punto su cui l’opinione del responsabile coincide con la mission della sua azienda. “Per ItaliaNFT portare il Made In Italy nel Web3 non significa creare isole virtuali separate ma costruire un vero e proprio ecosistema in cui potremo spostarci senza soluzione di continuità da un Metaverso all’altro, portando sempre con noi i nostri avatar, le nostre valute, i nostri beni digitali. Questo ci darà la possibilità di creare interazioni continue e di alto livello: potranno essere scambi di prodotti, servizi, creazione di eventi dedicati a vari livelli che inizieranno all’interno di un ambiente digitale ma proseguiranno altrove, anche nel mondo reale. Dalle mostre artistiche alle aste di beneficenza sino ad eventi musicali, teatrali, sportivi, fino alle proposte per aziende e partite Iva, c’è un mondo di opportunità che possono essere sfruttate e gestite partendo dall’asset NFT e poi essere goduti nella realtà fisica dando agli attori di questo ecosistema esperienze uniche e memorabili”.

Per avere un assaggio concreto di tutto questo – promette Capria – non bisognerà aspettare molto. “Entro l’inizio del 2023 lanceremo il nostro Metaverso, uso il termine “nostro” solo per affermarne la paternità tecnologica. La verità è che sarà un Metaverso aperto a tutti – utenti, aziende e istituzioni – l’unico requisito sarà quello di essere in sintonia con i principi del Made In Italy, non tanto a livello di territorialità quanto nella volontà di rappresentare un concetto di eccellenza che è ormai diventato brand internazionale”.

About ItaliaNFT

ItaliaNFT è il primo marketplace per l’acquisto di NFT di valore legati al Made In Italy. I capolavori dell’arte, del cinema, della letteratura, della musica, dello sport, della produzione e del territorio italiano entrano nel futuro attraverso una piattaforma tecnologica che ne eleva il valore e il modello stesso di fruizione. Una rinascita non più basata sul copyright ma sulla trasparenza e la sicurezza della blockchain. Solo le vere eccellenze tricolori diventano NFT: il Lab di ItaliaNFT seleziona le creazioni degli artisti e dei grandi nomi della storia italiana, preservandone l’unicità e l’originalità ma aumentandone le opportunità di fruizione, sia in ambito digitale che fisico. L’affidabilità delle transazioni, l’attenzione verso il contesto normativo e la collaborazione con partner tecnologici e commerciali di alto livello consentono ad ItaliaNFT di offrire un’esperienza sempre più affidabile e sicura, sia per gli utenti che per i creatori.

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