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Permessi non goduti: vengono retribuiti?

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I permessi di lavoro, sono un diritto per tutti i lavoratori, se non vengono usufruiti possono essere risarciti.

I permessi retribuiti, come le ferie, sono un diritto del lavoratore, vengono calcolati in base al contratto di lavoro e a secondo delle categorie. Possono essere richiesti dal lavoratore sia per alcune ore della giornata o per un giorno intero.

Permessi di lavoro

Ne esistono di vari tipi, ma in tutti i casi il lavoratore, durante le assenze, non può essere licenziato e neanche subire riduzioni sullo stipendio.

Tipi di permessi

  • Permesso per decesso o malattia grave di un familiare.
    Dipende dai vari contratti, ma al lavoratore spettano dai tre ai cinque giorni di permesso di lavoro per decesso o malattia grave del coniuge (anche se separato), di un parente entro il secondo grado, del convivente o di un componente del nucleo familiare.
    Può capitare purtroppo evento improvviso e inatteso. In questo caso il lavoratore, entro 5 giorni dalla ripresa del lavoro, deve presentare il certificato di morte o la documentazione che attesti la comparsa di una grave malattia.
  • Permessi legge 104
    Per i lavoratori con handicap grave o che assistono genitori, figli o parenti entro il secondo grado con disabilità fisica, psichica o sensoriale (fino al terzo grado). Questi permessi prevedono 2 ore di riposo giornaliero o tre giorni di permesso mensile.
  • Permessi per lo studio
    I lavoratori che studiano invece, hanno diritto a permessi giornalieri per sostenere gli esami.
  • Permessi di lavoro per volontariato o per servizio civile
    Questi permessi sono riservati a coloro che svolgono attività di protezione civile. Sono di 90 giorni l’anno (fino ad un massimo di trenta continuativi) in caso di calamità naturali o emergenze, che diventano 180 in caso di emergenza nazionale.
  • Permessi elettorali
    Questi sono rivolti a quei lavoratori che svolgono l’attività fuori sede in caso di elezioni e/o referendum.

    Permessi e retribuzione

    Tutti i permessi usati ovviamente vengono pagati, ma se durante l’anno quelli maturati non vengono usati o solo parzialmente usati, entro il 30 giugno dell’anno successivo, l’azienda dovrà di legge pagarli nella busta paga di giugno.

    Per esempio, se durante un anno vengono maturate 48 ore di permessi, le stesse ore possono venire usufruite entro il 30 giugno dell’anno successivo. Se questo non dovesse accadere, l’azienda deve corrispondere l’importo dovuto nella busta paga di giugno.

    Purtroppo però, molte aziende prima della scadenza, invitano o addirittura obbligano i dipendenti a usufruire di tutti i permessi accumulati, per evitare di fare nuovi calcoli e aggiunte in busta paga e ovviamente togliendo al lavoratore la possibilità di riceve il denaro spettante.