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Pestaggio Alatri, accusa di omicidio per tutti gli indagati

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Aumenta il numero delle persone coinvolte nell'omicidio di Emanuele Morganti, non più accusate di rissa ma di omicidio colposo.

Oltre ai due indagati, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, sono stati accusati anche Franco Castagnacci, padre di Mario, e quattro buttafuori del locale di Alatri. La notizia è stata data da un’indiscrezione fatta ai giornalisti qualche ora fa e da uno dei legali degli accusati ora in carcere a Roma.

Erano emerse le prime indiscrezioni dell’autopsia effettuata sul corpo di Emanuele Morganti, il ragazzo morto nella notte tra venerdì e sabato 24 marzo. Sarebbero state le decine di colpi infertigli fuori dal Mirò Club di Alatri la principale causa del decesso. I colpi che gli sono stati sferrati con violenza inaudita dal branco che lo attendeva fuori dal locale hanno infatti provocato ecchimosi e lesioni gravi alla testa. La caduta di Emanuele contro un’auto parcheggiata non ha fatto altro che aggravare la situazione, già compromessa.
L’autopsia è stata effettuata ieri all’istituto di medicina legale della Sapienza di Roma. Ad effettuare l’autopsia, nell’istituto di medicina legale “La Sapienza”, è stato il professor Saverio Potenza. La Procura della Repubblica della Capitale ha nominato la dottoressa tossicologa forense Maria Chiara David, che si è occupata dell’aspetto più tecnico e scientifico dell’esame.

Gli sviluppi sull’apertura dell’inchiesta

Intanto, continuano le polemiche dopo la scarcerazione di uno dei due fratelli fermati per l’omicidio di Emanuele. Il 27enne M.C. – da quanto emerso dalle indagini – era stato scarcerato dal giudice del tribunale di Roma venerdì mattina, nonostante fosse stato arrestato il giorno prima perché trovato in possesso di droga in un appartamento del Pigneto, quartiere a sudest del centro della Capitale.

Il consigliere del Csm Pierantonio Zanettin ha chiesto l’apertura di un’inchiesta sulla scarcerazione del giovane. Su questo è intervenuto anche il ministro Orlando che ha fatto sapere di aver predisposto accertamenti per verificare se ci sono i presupposti per l’invio degli ispettori, come si fa sempre quando c’è un elemento di presunta abnormità”.
Il guardasigilli ha aggiunto che occorre “valutare se ci sono state delle enormità nella valutazione del caso da parte del giudice”. Si sono uniti alla volontà di far chiarezza anche la Lega e il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri.